Un decreto per assumere 5.000 medici, 10.000 infermieri, 5.000 operatori sanitari.
Lo ha deciso il governo e in queste ore si sta mettendo a punto il provvedimento che sarà portato al Consiglio dei Ministri convocato per le 20,30. In un altro decreto il governo prevede che si possano celebrare processi a “porte chiuse” e comunque rinviare le udienze a giugno.
Per fare fronte all’emergenza da Coronavirus l’esecutivo prevede di procedere con «conferimenti di incarico lavoro autonomo, assunzione diretta attraverso le graduatorie, messa in servizio di laureati abilitati anche se non specializzandi, reclutamento medici medicina generale».
Nel testo è stabilito anche un aumento del 50% dei posti per la terapia intensiva che potrebbero diventare 7.500 e raddoppiare i posti letto per la pneumologia e le malattie infettive. Tutto cià dovrebbe avvenire utilizzando le strutture private accreditate, l’incremento specialistica ambulatoriale e il potenziamento delle reti di assistenza territoriale.
La possibilità di reclutare alberghi per la quarantena era contenuta in un’ordinanza vecchia ma, al momento è stata superata dalla messa a disposizione di caserme e altre strutture del ministero della Difesa.
Sul fronte della giustizia l’esecutivo ha stabilito il rinvio delle udienze civili e penali “a data successiva al 31 maggio 2020” e svolgimento dei processi a porte chiuse se non si riesce a garantire il rispetto delle precauzioni per la sicurezza sanitaria fissate dal governo. Lo prevede, sebbene come “ultima ratio” in assenza di altre possibilità, la bozza di decreto-legge che il Consiglio dei ministri discuterà stasera per affrontare il nuovo e inedito capitolo dell’emergenza giustizia in Italia legato all’infezione del coronavirus. In linea con ciò che aveva chiesto il Consiglio superiore della magistratura nella delibera approvata ieri e con l’invito ricevuto dall’Unione delle Camere penali, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di affidare ai presidenti dei tribunali e delle corti d’appello la possibilità di adottare una serie di misure “a scalare” per assicurare il rispetto delle misure anti-contagio fissate dal Comitato tecnico-scientifico.
Con l’obiettivo di “evitare assembramenti all’interno dell’ufficio giudiziario e contatti ravvicinati tra le persone”. I provvedimenti che si potranno prendere prevedono: – la limitazione dell’accesso del pubblico agli uffici giudiziari, purché sia garantito l’accesso a chi deve trattare cause urgenti; – la limitazione dell’orario di apertura degli uffici al pubblico, con possibilità di eventuale chiusura se non svolgono servizi urgenti; – la regolamentazione degli ingressi e dell’accesso ai servizi, attraverso meccanismi di prenotazione, anche telefonica o telematica, con scaglionamento in orari fissi, “nonché l’adozione di ogni misura ritenuta necessaria per evitare forme di assembramento”; – la fissazione di “linee guida vincolanti” per la fissazione lo svolgimento delle udienze; – la celebrazione “a porte chiuse” di singole udienze penali e civili, o anche di tutte, a seconda delle situazioni nei rispettivi palazzi di giustizia; – lo svolgimento di udienze civili con la partecipazione anche “da remoto”, fatto salvo il rispetto delle garanzie del contraddittorio e la “partecipazione effettiva” degli interessati; – rinvio dei processi a dopo il 31 maggio, esclusi però quelli da trattare con urgenza. Il che significa, nel settore penale, che si dovranno comunque svolgere “le udienze di convalida dell’arresto o del fermo, nei procedimenti nei confronti di persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare, nei procedimenti a carico di imputati minorenni e, in genere, nei procedimenti che presentano carattere di urgenza”.
A stabilire l’urgenza è il giudice o il presidente del collegio, con provvedimento da subito definitivo. Nel settore civile, invece, sono escluse dalla sospensione le “udienze di competenza del tribunale dei minorenni, cause relative ad alimenti, procedimenti cautelari aventi ad oggetto la tutela di diritti fondamentali della persona, in materia di amministrazione di sostegno, convalida del trattamento sanitario obbligatorio, e in genere nelle cause in cui il rinvio potrebbe produrre grave pregiudizio alle parti”. Se e quando si dovesse arrivare al rinvio dei processi, i termini di prescrizione sono sospesi. Previste limitazione anche per salvaguardare i detenuti e le persone che frequentano il carcere. Alle udienze con imputati detenuti questi ultimi potranno partecipare in video-conferenza, anziché recarsi in aula, mentre i colloqui dei reclusi con i familiari dovranno svolgersi “a distanza mediante, ove possibile, apparecchiature e collegamenti di cui dispone l’amministrazione penitenziaria”. Aumentate le possibilità di colloqui telefonici in sostituzione delle visite. Sentito il Garante dei diritti dei detenuti, i giudici di sorveglianza potranno anche sospendere, sempre fino al 31 maggio 2020, la concessione dei permessi premio ai detenuti e l’accesso al regime di semilibertà che consente di uscire dal carcere di giorno e