L’ordine sottolinea il ruolo degli infermieri, tra i più esposti
“ASL in grave ritardo ad estendere il numero dei tamponi”
Stiamo seguendo sui media regionali, con molta amarezza, la polemica sulle varie responsabilità in relazione ai ”tamponi” effettuati, e smarriti, sul personale sanitario che affronta ”sulla linea del fuoco” il COVID19 (personale di ASL 5, ma non solo, visto che esposti al rischio sono oggi tutti gli operatori della Sanità, pubblica e privata; e anche i libero professionisti, poco ricordati in questi frangenti).
Esattamente come per l’ospedale che non c’è, anche i referti dei tamponi (che non ci sono) producono solo polemiche, senza raggiungere il traguardo, il target: in un caso, l’ardita costruzione di un nuovo ospedale (come manca il vecchio Felettino, oggi…) nell’altro la semplice stampa di un referto, tutto conduce allo stesso effetto: polemiche ed imprecisioni.
L’imprecisione alla quale noi facciamo riferimento è quella che riposa nelle parole del Presidente della Regione, Giovanni Toti.
Infatti, una delle affermazioni del Presidente che ci ha sorpreso è stata ”…sono stati perduti? (i tamponi) Trattasi di errore umano, cosa dobbiamo fare, fucilare un infermiere che perde i tamponi dopo 12 ore di lavoro. Non credo sia sintomo di sciatteria, si deve capire il peso del lavoro dei nostri ospedali…”
Siamo lieti che si riconosca il gravoso impegno, ma francamente l’infermiere che perde i tamponi in ASL 5 non esiste, perchè non è responsabilità degli infermieri il trasporto dei tamponi, sia nel tragitto breve, interno alla ASL spezzina, sia verso la città di Genova: dove gran parte dei tamponi fino ad oggi sono stati elaborati e dove, certamente, la richiesta di prestazioni è stata eccezionale.
Semmai, gli infermieri sono in discreto numero tra coloro che si sono ritrovati con i propri tamponi smarriti, o in forte ritardo di refertazione, come è il caso del gruppo professionale dei nostri colleghi di Elleuno che, dal 21 marzo, attendono l’esito del tampone effettuato, a seguito della positività di una collega incaricata dell’assistenza domiciliare, alla quale, come a tutti i sanitari contagiati, esprimiamo il più caldo augurio di pieno e rapido recupero.
Vorremmo solo, sommessamente, chiedere a tutti di non aumentare le polemiche, visto che l’effetto non è quello di un più facile arrivo dei referti; chiediamo la gentilezza di limitare le dichiarazioni che possono aumentare nei cittadini le già forti preoccupazioni per una situazione difficile e ci piacerebbe anche, in questo caso, ricordare tutti coloro che stanno affrontando con serietà e impegno un enorme problema sul piano assistenziale, organizzativo, educativo, terapeutico: fra questi, gli infermieri sono presenti in gran numero e, crediamo, andrebbero citati soprattutto per quello che fanno, e non per situazioni che non possono (da profilo) in nessun caso coinvolgerli.
OPI/ Ordine delle Professioni Infermieristiche- La Spezia