Spettabile Presidente del Consiglio dei Ministri.
Egregio Presidente,
La nostra società ed il nostro paese, sta vivendo un momento particolare a causa di questa virosi pandemica
che ha sconvolto le vite di tanti, troppi cittadini. Il Governo italiano ha dovuto emanare – in uno stato di
emergenza – delle direttive di contenimento al fine di tutelare la salute di tutti i cittadini che hanno impattato
con una serie di diritti costituzionalmente rilevanti al pari del diritto alla salute.
L’Italia non sarà più lo stesso
paese…..Però , da qualche giorno, i dati e le proiezioni sulla predetta infezione sono meno forti ed indicano un
netto miglioramento, che apre alla possibilità – subito dopo le festività pasquali – di rendere le misure meno
stringenti e di avviarsi per gradi alla normalità, la quale non potrà essere raggiunta in piena estate. È proprio
questo il motivo di questa lettera che io considero come un invito a offrire al nostro popolo segnali di positività
e di riaperture. La invito fin d’ora a pensare ad una mitigazione delle misure di contenimento graduale ma
decisa, già subito dopo le festività pasquali, onde contemperare il diritto al lavoro ed al sostentamento della
propria famiglia dei cittadini italiani con il diritto alla salute. Bisogna aprire all’artigianato, all’edilizia (solo
per esempio) ed alle altre attività anche con regole stringenti (ad esempio regolando numericamente gli
accessi, mantenendo le distanze sociali e rimanendo il divieto di assembramento ancora per qualche tempo) o,
oltre a morire per Coronavirus, l’Italia e con essa morirà la parte produttiva del nostro paese.
È plausibile, visti i dati epidemiologici, pensare anche ad una partenza differenziata da regione a regione,
mantenendo comunque un isolamento sociale tra le stesse, a partire dal meridione di Italia che ha dati in netto
miglioramento ed una infezione percentualmente residuale.
Infine, le rinnovo le richieste, come da precedenti note, di dare “respiro” agli Italiani, ovvero:
o Sospensione di tutti i mutui ipotecari, mutui chirografici e prestiti a qualsiasi titolo per 6 mesi,
posticipando di 6 mesi la fine delle scadenze degli stessi e senza alcun impegno di spesa per lo Stato.
Tale azione permetterebbe ad ogni cittadino di essere “pronto” a fine pandemia per una ripartenza
migliore.
Con la stessa, penso, che chi in questo periodo – anche a costo della propria vita – ha continuato a lavorare
senza se e senza ma garantendo sanità e salvando vite avrebbe diritto ad una – riconoscenza
a cui nessuno – penso – si vorrà sottrarre:
Federazione Italiana sindacati intercategoriali