In una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte; alla Ministra per la PA, Fabiana Dadone; alla Ministra del Lavoro e politiche sociali, Nunzia Catalfo; e al Ministro della Salute, Roberto Speranza, la CISL FP Nazionale ha chiesto che al personale coinvolto nelle operazioni di soccorso, diagnosi, cura e assistenza, in caso di invalidità permanente o decesso, venga riconosciuto il titolo di “Vittima del Dovere”, con l’estensione dei benefici e delle provvidenze spettanti all’operatore o ai familiari.
Equiparazione
Illustre Presidente, Onorevoli Ministri,
il nostro ordinamento giuridico riconosce benefici e provvidenze di carattere economico e sociale al personale che abbia riportato lesioni o infermità a causa dell’espletamento del proprio servizio o in conseguenza di particolari eventi ovvero, in caso di decesso, ai familiari superstiti delle vittime.
Vittime del Dovere
Attraverso disposizioni legislative succedutesi nel corso degli anni – dalla legge 629/1973 alla legge 266/2005 è stata di volta in volta ampliata la categoria denominata “vittime del dovere” con lo scopo di prevedere benefici e provvidenze al personale pubblico che sia deceduto nel compimento del proprio dovere istituzionale o che, nelle stesse circostanze individuate dalla legge, abbia subito un’invalidità permanente.
In questo percorso all’originario elenco di personale prevalentemente appartenente alle amministrazioni “d’ordine” si sono aggiunte le vittime del terrorismo e della criminalità fino a una definizione più omnicomprensiva individuata dall’art. 1, comma 563 della legge 266/2005 per la quale “per vittime del dovere devono intendersi i soggetti di cui all’art. 3 della legge 13 agosto 1980, n. 466 e, in genere, gli altri dipendenti pubblici deceduti o che abbiano subito un’invalidità’ permanente in attività di servizio o nell’espletamento delle funzioni di istituto per effetto diretto di lesioni riportate in conseguenza di eventi verificatisi: a) nel contrasto ad ogni tipo di criminalità; b) nello svolgimento di servizi di ordine pubblico; c) nella vigilanza ad infrastrutture civili e militari; d) in operazioni di soccorso; e) in attività di tutela della pubblica incolumità; f) a causa di azioni recate nei loro confronti in contesti di impiego internazionale non aventi, necessariamente, caratteristiche di ostilità”.
I soggetti Equiparati
Il co. 564 del predetto articolo 1 della legge 266/2005 ha, infine, introdotto la categoria dei cd. equiparati alle vittime del dovere individuando in essi coloro che abbiano contratto infermità permanentemente invalidanti o alle quali consegua il decesso, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura, effettuate dentro e fuori dai confini nazionali e che siano riconosciute dipendenti da causa di servizio per le particolari condizioni ambientali od operative.
Benefici e provvidenze
Rimane aperto il tema dei benefici e delle provvidenze da riconoscere alle vittime del dovere e ai familiari superstiti. Nell’attuale legislazione esistono differenze di trattamento a seconda della causa del decesso del dipendente pubblico a seconda che la morte sia provocata da terrorismo, criminalità organizzata o dallo svolgimento del proprio dovere. Si tratta di una legislazione frammentaria che nemmeno in via interpretativa la giurisprudenza è riuscita a unificare.
La recente pandemia denominata COVID-19 ha provocato la morte di molti professionisti sanitari ed operatori coinvolti nelle diverse fasi dell’assistenza alle persone contagiate sia dipendenti pubblici che dipendenti di soggetti privati.
Come CISL FP e come CNPS della Cisl FP riteniamo che la tragedia che ha colpito le famiglie di questi lavoratori debba vedere riconosciuto lo stesso percorso oggi previsto per le Vittime del Dovere.
Si rende quindi necessario l’esplicito inserimento di questi lavoratori e, in caso di decesso, dei loro eventuali familiari superstiti, tra i destinatari dei benefici e delle provvidenze previste per le vittime del dovere con l’immediata loro equiparazione alle vittime e ai familiari di terrorismo e criminalità organizzata, in una logica di unificazione normativa di tutte le ipotesi di decesso di lavoratori, siano essi pubblici o e privati, che dovranno essere puntualmente declinate.
Confidiamo pertanto nell’interessamento che vorrete riservare a questo importante e delicato aspetto e auspichiamo un confronto specifico in merito.
Distinti saluti.
Il Segretario Generale
Maurizio Petriccioli.
Il Coordinatore CNPS Cisl FP
Michele Schinco.