Ecco di cosa si occuperà questa nuova figura professionale.
Infermiere di famiglia (o di quartiere).
Il Decreto Rilancio istituisce la figura dell’infermiere di famiglia (o di quartiere); è per questo che – già da subito- si potrà procedere all’assunzione di 9.600 infermieri.
La figura dell’infermiere di famiglia sarà molto importante per dare supporto sul territorio nella gestione dei pazienti affetti da COVID-19.
Come vedremo di seguito analizzando nel dettaglio quello che deve essere il ruolo dell’infermiere di famiglia,quindi, si tratterà di una presa in carico principalmente di pazienti cronici.
Insomma, da oggi più opportunità di lavoro per il personale infermieristico; al fine di rafforzare i servizi e potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettati da SARS-COV-2 identificati COVID-19 si potranno assumere fino a 9600 infermieri.
Ecco come saranno contrattualizzati, quanto guadagnano e quali saranno le loro funzioni.
Assunzione di 9.600 infermieri di famiglia
Nel Decreto Rilancio si legge che le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono – in relazione ai modelli organizzativi regionale – assumere personale infermieristico anche dotandosi di:
forme di lavoro autonomo;
collaborazione coordinata e continuativa.
La decorrenza del rapporto di lavoro va da oggi, venerdì 15 maggio, al 31 dicembre 2020. Attenzione: questo non vale per gli infermieri che si trovano in costanza di rapporto di lavoro subordinato con strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private accreditate.
Il numero massimo di infermieri di quartiere da assumere dipende dal bacino di riferimento di ogni azienda e ente del Servizio sanitario nazionale. Nel dettaglio, l’assunzione è di un numero non superiore ad otto unità infermieristiche ogni 50.000 abitanti.
Inoltre, per le medesime finalità, a decorrere dal 1° gennaio 2021, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale, possono procedere al reclutamento di infermieri in numero non superiore ad 8 unità ogni 50.000 abitanti, attraverso assunzioni a tempo indeterminato.
Quanto guadagna l’infermiere di famiglia?
Per il compenso è stato stabilito che – per le attività assistenziali svolte è riconosciuto agli infermieri assunti un compenso lordo pari di 30 euro l’ora, inclusivo degli oneri riflessi. Il monte settimanale massimo che può essere retribuito è pari a 35 ore. Settimanalmente, quindi, il compenso lordo è di 1.050€.
Infermiere di famiglia (o di quartiere): di cosa si occupa?
L’idea di base è quella di un infermiere (o più d’uno) che possa lavorare in sinergia con il medico di famiglia, mettendo su una piccola equipe medica operativa sul territorio. Ad anticipare quelli che dovrebbero essere i compiti dell’infermiere di quartiere è la FNOPI (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), che ha elencato dieci funzioni che dovrebbero essere attribuite a questa figura:
Valutare lo stato di salute e i bisogni della persona nelle diverse fasi della vita (adulta, infanzia, adolescenza), del contesto familiare e conoscere quelli di comunità;
Promuovere e partecipare ad iniziative di prevenzione e promozione della salute rivolte alla collettività
Promuovere interventi informativi ed educativi rivolti ai singoli, alle famiglie e ai gruppi, atti a promuovere modificazioni degli stili di vita
Presidiare e facilitare i percorsi nei diversi servizi utilizzando le competenze presenti nella rete
Pianificare ed erogare interventi assistenziali personalizzati alla persona e alla famiglia, anche avvalendosi delle consulenze specifiche degli infermieri esperti (es. wound care, sto mie e nutrizione artificiale domiciliare, ventilazione domiciliare, cure palliative e altre)
Promuovere l’aderenza ai piani terapeutici e riabilitativi
Partecipare alla verifica e monitoraggio dei risultati di salute
Sostenere i percorsi di continuità assistenziale tra sociale e sanitario, tra ospedale e territorio e nell’ambito dei servizi territoriali sanitari e sociosanitari residenziali e semi-residenziali
Garantire le attività previste per la realizzazione degli obiettivi della nuova sanità di iniziativa
Partecipare nell’integrazione professionale al perseguimento dell’appropriatezza degli interventi terapeutici e assistenziali, contribuendo alla relazione di cura, al rispetto delle volontà del paziente espresse nella pianificazione delle cure, anche in attuazione della legge 219/17 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento).
A questi ovviamente si aggiungono i compiti derivanti dall’emergenza sanitaria da COVID-19.