La prima stesura del “The family health nurse – Context, conceptual framework and curriculum1” è stata prodotta dall’ufficio regionale Oms per l’Europa di Copenaghen nel gennaio del 2000. In questo documento viene per la prima volta descritta la figura dell’infermiere di famiglia, ovvero quel professionista sanitario che si concentra sulla salute della famiglia, intesa come nucleoparentale convivente,nei confronti delle quali pare è il responsabile delle cure domiciliari; vale a dire dell’insieme di tutti quei trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi, al fine di stabilizzare il quadro clinico e rendere migliore la qualità di vita di ciascuno.
Chi è, quindi, l’infermiere di famiglia e quali sono le sue competenze?
L’infermiere di famiglia: “aiuterà gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con i loro parenti. Tali infermieri danno consigli riguardo gli stili di vita ed i fattori comportamentali di rischio ed assistono le famiglie in materia di salute. Attraverso la diagnosi precoce, possono garantire che i problemi sanitari delle famiglie siano curati al loro insorgere. Con la loro conoscenza della salute pubblica, delle tematiche sociali e delle altre agenzie sociali, sono in grado di identificare gli effetti dei fattori socioeconomici sulla salute della famiglia e di indirizzarla alle strutture più adatte. Possono facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali fornendo assistenza infermieristica a domicilio ed agire da tramite tra la famiglia ed il medico di base, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.
l’infermiere di famiglia rappresenta una figura insostituibile rappresenta una realtà consolidata per alcune nazioni e per l’Italia, esistono i presupposti per lo sviluppo di questa figura di cui si intravede un progetto su cui investire in termini di risorse non delegando l’attuazione “tout court”.
. Bisogna garantire uguali diritti di assistenza infermieristica a tutta la popolazione che ne ha bisogno. Mi preme mettere in risalto che oggi l’unico intervento possibile per restituire dignità al ruolo degli infermieri ed al lavoro infermieristico, sempre che si voglia andare oltre la captatio benevolentiae, sia la realizzazione di una legge che modifichi quella esistente sulla contrattazione e collochi gli infermieri in una sezione contrattuale autonoma, al pari di quanto avvenuto con la professione medica. Solo all’interno di un contratto separato sarà possibile riconoscere le specificità professionali degli infermieri e concretizzare un reale dignitoso percorso di carriera.