La professoressa Ilaria Capua, direttrice del dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, risponde alle parole di Zangrillo, per il quale il Coronavirus “è clinicamente morto”. Secondo l’esperta, il “virus non è cambiato, ma noi abbiamo imparato a proteggerci e siamo diventati bravi a gestirlo”.
La virologa è intervenuta sul dibattito nata dalle parole del professor Alberto Zangrillo, direttore della terapia intensiva del San Raffaele di Milano, secondo il quale il “Coronavirus è clinicamente morto”, precisando poi che “quello che ho detto non è che il virus è scomparso, come maliziosamente qualche testata ha messo nei titoli. Io sono certo che il virus sia ancora tra di noi, però ci sono tanti virus tra di noi”. La ricercatrice , attualmente direttrice del dipartimento dell’Emerging Pathogens Institute dell’Università della Florida, ha spiegato che in effetti “il virus non è cambiato, ma noi abbiamo imparato a proteggerci”. Lo ha detto in collegamento a Non è un Paese per Giovani, su Rai Radio 2, aggiungendo che “clinicamente non si riferisce al virus ma a noi, che siamo diventati bravi a gestirlo”.
L’esperta, che ha sottolineato di seguire il dibattito a “macchia di leopardo”, ha poi ribadito che “non è il virus che è cambiato, ma siamo noi che abbiamo imparato a difenderci. Noi adesso abbiamo una malattia che sappiamo curare, perché cinque mesi fa non era così. Abbiamo messo in piedi un sistema di controlli e un’attenzione precoce ai pazienti più esposti, inoltre abbiamo capito quali sono le categorie più fragili. Il fatto che clinicamente l’infezione sia scomparsa è quello che diciamo da tempo. Noi dobbiamo arrivare non a bloccare la circolazione del virus perché questo è impossibile, ma appiattendo la curva, tenendo le mani pulite e mantenendo il distanziamento fisico, abbiamo fatto in modo che il virus infettasse sempre meno persone e anche se queste diventano gravi, si sa trattarle. Siamo noi che siamo diventati bravi a gestirlo”.
Sulla questione nei giorni scorsi erano intervenuti anche alcuni esponenti del comitato tecnico-scientifico che affianca il governo nella gestione dell’emergenza Coronavirus nel nostro Paese. Non solo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore della Sanità, ma perplessità è stata espressa anche da Luca Richeldi, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e presidente società italiana pneumologia. “Questa è una situazione talmente drammatica e nuova – ha dichiarato – che io credo che le dichiarazioni a effetto andrebbero evitate perché non sappiamo che effetti potrebbero avere. Quello che ha detto il professor Zangrillo è una cosa che è nei numeri e nei dati ormai da settimane, con questo “clinicamente non esiste più” ha fotografato una situazione che è nei fatti da molte settimane ed è quello che si voleva ottenere con le misure di distanziamento, così drastiche e prolungate, che abbiamo avuto. Ma questa frase, estrapolata dal contesto clinico e tecnico, può dire alla persona che non ha queste capacità di interpretazione, che il virus non esiste più, e questo è rischioso”.