Il Piano di lavoro o job istructions (sotto allegato) , redatto dal coordinatore infermieristico dell’ Ospedale Sacco di Milano recita: “L’intera equipe dovrà concordare la modalità organizzativa concordando la formazione di coppie che si dedichino al rifacimento letti dei degenti sia essi liberi o occupati che necessitano di aiuto in modo parziale o di una totale sostituzione nelle attività di base, conciliando la necessità della rilevazione dei parametri vitali per ognuno di essi”.
Alla faccia dell’eccellenza e delle misure di prevenzione del coronavirus, in barba alle più elementari regole di risk managment e/o rischio clinico.
Il managment infermieristico del Sacco tira dritto a discapito della salute pubblica per fare cassa.
Se manca il personale di supporto, nessun problema, compensano gli infermieri, costretti a svolgere mansioni assistenziali improprie; nonostante sia ormai chiaro che l’Infermiere sia una figura professionale di natura intellettuale e che non dove svolgere compiti dell’oss affinché si riduca il rischio delle infezioni nosocomiali e potendo così garantire un’ assistenza di qualità.
Non a caso l’ambito normativo all’interno del quale si muovono Infermiere e oss è differente
Infatti il DM 739/94 recita che:
“per l’espletamento delle funzioni l’infermiere si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto”. Quanto affermato evidenzia il passaggio da arte ausiliaria a professione, poiché è l’infermiere a potersi avvalere dell’opera del personale di supporto. “Ove necessario” non significa che se manca l’Oss, l’Infermiere sopperisce alla sua carenza, si intende “qualora l’Infermiere lo ritenga necessario”. E’ necessario che il personale di supporto sia sempre presente affinché l’Infermiere, Responsabile dell’assistenza infermieristica, pianifichi e gestisca gli interventi assistenziali. Il citato D.M. attribuisce la responsabilità di soddisfare i bisogni primari del paziente attraverso le figure di supporto e non attraverso l attività infermieristica diretta!
Le mansioni di igiene domestico-alberghiere non sono mai state attribuite all’Infermiere, neanche ai tempi del Regio Decreto del 1941! Nel DPR 225/74 tali mansioni erano affidate all’Infermiere Generico: Titolo V, art.6, (comma a): “assistenza completa al malato, particolarmente in ordine alle operazioni di pulizia e di alimentazione, di riassetto del letto e del comodino del paziente e della disinfezione dell’ambiente e di altri eventuali compiti compatibili con la qualifica a giudizio della direzione sanitaria”;
Con l’Accordo Conferenza Stato-Regioni del 22.02.2001 si ha la nascita di un nuovo profilo di “figura di supporto” cosiddetto Operatore Socio-Sanitario che svolge attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario. Le attività dell’OSS sono rivolte alla persona e al suo ambiente di vita comprendendo in particolare (comma a): “Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero (assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale);
Pertanto possiamo affermare contro ogni ragionevole dubbio che:
Demansionare l’Infermiere significa cagionare un danno alla professionalità infermieristica, immediatamente risarcibile ex art. 1226 (artt.1218 e 2043 C.C.),oltre che un danno irreparabile ai cittadini.
Inoltre, affianco ad un impianto legislativo chiaro esistono numerose sentenze dei vari tribunali Italiani che riconoscono il demansionamento come il male peggiore che un ‘azienda ospedaliera possa cagionare ai propri cittadini.
Pertanto la nostra redazione consiglia a tutti gli infermieri italiani di denunciare al proprio ordine professionale e a gli organi competenti tutti gli atti di demansionamento che causano una dequalificazione e una situazione di pericolo per sé e per i cittadini.
NurseNews.Eu