Protocolli infermieristici: illegittime le sanzioni ai Medici.
La Cassazione mette un punto definitivo sulle sospensioni dei nove medici che avevano autorizzato i protocolli infermieristici del 118
Un altro punto fermo definitivo sui protocolli infermieristici del 118 arriva dalla Cassazione con una sentenza del 28 Luglio: le sanzioni ai medici da parte dell’ordine furono illegittime. Lo rende noto questa mattina il Corriere di Bologna che riporta alcuni dettagli della vicenda di cui più volte si è parlato anche qui.
La vicenda risale al 2016, cioè ben prima che l’allora assessore regionale Sergio Venturi deliberasse i famosi algoritmi che gli costarono la radiazione dall’ordine. Vicenda questa che ebbe e continua ad avere risvolti giudiziari visto che anche in questo caso la Cassazione diede ragione a Venturi e per quella decisione attualmente nove medici dell’Ordine di Bologna sono a processo accusati di abuso d’ufficio.
La delibera di Venturi seguì proprio il periodo delle sospensioni dei vertici del 118 dell’Emilia-Romagna e delle AUSL regionali a tutela di questi ma il risultato fu una ulteriore sanzione disciplinare (illegittima) nei confronti dello stesso assessore.
Quello di oggi è l’ennesimo pronunciamento giudiziario contrario all’ordine dei medici che dal 2009, prima attraverso esposti finiti nel nulla e successivamente per mezzo di azioni disciplinari rivelatesi illegittime, mettono definitivamente all’angolo le azioni di muro contro muro intraprese dall’ordine stesso. Più volte dissi che magari sarebbe stato il caso per l’ordine di governare questi cambiamenti al fine di contribuire attivamente ad un risultato il più possibile condiviso. Si è sempre scelta invece la strada dell’opposizione senza condizioni oggi rivelatasi fallimentare e dannosa per i protagonisti stessi.
Per i giudici della suprema Corte si è trattata di una invasione di campo, come nel caso Venturi, una usurpazione e sviamento di potere da parte dell’ordine che avrebbe potuto agire in via giudiziaria o amministrativa per richiedere l’annullamento dei protocolli ma scelse invece di agire direttamente in sede disciplinare debordando dai propri poteri che nella sentenza sono stati ben definiti.
Si tratta in conclusione dell’ennesimo buco nell’acqua da parte dell’ordine dei medici che ha avuto come conseguenza una ingiusta sanzione nei confronti di soggetti i quali, sentenza alla mano, avevano agito correttamente. L’augurio è che questo punto finale sulla vicenda possa finalmente aprire in modo costruttivo la discussione tra federazioni di ordini (Medici e Infermieri) al fine di stabilire criteri validi e uniformi di costruzione di protocolli infermieristici nel 118. Protocolli che, al netto delle vicende giudiziarie, altro non sono che un ampliamento delle capacità salva-vita del sistema senza invasioni di campo o sostituzioni di Medici da parte di Infermieri.
In regione Emilia-Romagna, dal 2009 ad oggi, si è infatti assistito complessivamente ad un aumento delle postazioni con Medico e di quelle con Infermiere nell’ottica di fornire un servizio sempre più elevato qualitativamente e non il contrario come qualcuno vorrebbe far credere. Prevedere che l’infermiere possa in autonomia ma secondo protocolli decisi dal medico, somministrare farmaci salva-vita in situazioni che lo richiedano tempestivamente e in attesa dell’intervento del medico è una cosa possibile (ampiamente dimostrata dai fatti), un miglioramento del servizio ed un atto dovuto ai cittadini che si trovano in situazioni di sofferenza o pericolo di vita imminente.
Redazione NurseNews
Fonte
Paolovaccarello. Net