“Oggi persiste uno stress del sistema, perché bastano pochi casi in più per riattivare organizzazioni difficili e complesse”
Le notizie di nuovi focolai qua e là nel Paese, legati anche ad arrivi di viaggiatori da Nazioni in questo momento investite dal contagio in misura molto marcata; la netta sensazione che per tanti cittadini l’emergenza Covid sia completamente superata, se non proprio ”mai avvenuta realmente”, quando così non è (perlomeno leggendo i social, siamo di fronte in parecchi casi ad una percezione piuttosto distorta dei fatti); il progressivo allentamento di abitudini che sarebbe bene conservare sempre e comunque, in quanto regole di igiene generale (lavaggio mani e distanziamento in certe situazioni critiche) portano molta preoccupazione anche nella nostra comunità professionale.
In particolare vogliamo ricordare che il sistema sanitario ha dovuto affrontare l’emergenza della pandemia da Covid partendo da una condizione di difficoltà, per la vecchia, annosa questione delle dotazioni organiche mai adeguate alle vere necessità, e questo già in condizioni standard.
Questa nota non intende affrontare le questioni cliniche, ma quelle organizzative e di programmazione, di fronte a un qualcosa che è di difficile previsione e di complessa pianificazione: serviranno, se e quando, nuove ”squadre” di professionisti sanitari, e di altro personale, per affrontare altre situazioni di crisi?
Oggi, se arriviamo ad una qualche nuova necessità, anche in misura ridotta rispetto alla crisi acuta di inizio marzo (chiaramente, noi speriamo non si verifichi) , non c’è più in pratica nessun infermiere a disposizione sul ”mercato del lavoro” per rinforzare le strutture e l’assistenza professionale: perché se è vero che durante l’emergenza sono state attivate procedure di assunzione straordinarie, ed il contributo dei colleghi assunti come interinali o libero professionisti è stato ed è importante e prezioso, oggi non ci sono infermieri disponibili ”su piazza” almeno fino alle prossime lauree autunnali: lo vediamo quando le strutture private della zona chiedono personale, da assumere anche stabilmente, e praticamente nessuno risponde a questi appelli.
Ma allo stesso tempo, oggi persiste -e molto marcato- uno stress del sistema, perché bastano pochi casi in più per riattivare organizzazioni difficili e complesse: in realtà, un aiuto prezioso è quello che potrebbe derivare dallo scorrimento delle graduatorie dei concorsi regionali liguri del 2017, occasione per poter disporre di professionisti sanitari assunti in forma stabile: si tratta di graduatorie che, salvo possibili disposizioni diverse, si stanno avviando alla loro naturale scadenza triennale.
Dunque appare strategico scorrere queste graduatorie in forma prioritaria, in attesa di sapere se saranno prorogate, o se verrà attivata una nuova selezione concorsuale: ancora una volta – proprio come dovrebbe avvenire in Sanità, su quelle patologie e complicanze prevenibili- anticipare il controllo delle situazioni critiche, dove è possibile, è vantaggioso per tutti: cittadini, sistema, operatori.
Fonte gazzetta del mezzogiorno