In Lombardia mancano complessivamente 10mila infermieri per una sanità che ormai da mesi è al collasso e che non è stata rimpolpata a dovere nell’estate appena trascorsa.
Il segretario è assolutamente contrario alla proposta avanzata da Regione Lombardia di reclutare infermieri dagli ospedali del territorio per inviarli nei due ospedali creati ad hoc in Fiera Milano e Fiera di Bergamo, che complessivamente gestirebbero circa 200 posti letto di terapia intensiva richiedendo circa 600 infermieri.
Gli infermieri non hanno scelta
Secondo il provvedimento del Pirellone gli infermieri potrebbero essere chiamati a spostarsi senza possibilità di scelta dalla loro azienda per essere inviati all’ospedale Fiera di Milano o di Bergamo. Infermieri che vengono nuovamente chiamati a combattere in prima linea senza alcun incentivo economico e, soprattutto, senza alcun supporto psicologico. Infermieri che possono essere trasferiti anche in province differenti dalla propria, a cui si chiede di abbandonare di punto in bianco il proprio ambiente lavorativo – già martoriato dalla pandemia – perché “servono altrove” per un periodo di tempo indeterminato.
Questa, in sostanza, la denuncia di Cosi che ribadisce la difficile situazione vissuta negli ospedali italiani. Ma una cosa è importante ricordarla: gli infermieri, oltre ad essere professionisti della salute, sono persone con una famiglia e con degli affetti di cui potrebbero essere privati nel caso in cui venissero trasferiti, ritrovandosi soli in una provincia diversa dalla propria e lontani da casa. Sono padri, madri, figli, che hanno a loro volta bisogno dell’affetto della propria famiglia e dei propri cari per far fronte a questa difficile situazione, una seconda ondata che per giunta non li vede più come eroi ma che troppo spesso li addita come untori e allarmisti.