Su iniziativa di Barbara Guidolin (M5S), È stato presentato il 16 Novembre, presso il Senato della Repubblica Italiana, il disegno di legge N 1966, per la riforma della figura e del profilo dell’operatore socio-sanitario.
In particolare si legge:
“.. tale professione, ha subito numerosi mutamenti, i quali devono essere al più
PRESTO RECEPITI a livello normativo,
la suddetta figura si occupa FREQUENTEMENTE – su indicazione dell’infermiere – della
somministrazione della terapia o di semplici medicazioni, agendo di fatto, con un mansionario diverso
da quelle espressamente previste dall’ accordo del 2001.. ”
Quindi, a dire della scrivente, l’operatore socio sanitario si occupa, SPESSO E PREVALENTEMENTE, di mansioni superiori, vietate dalla legge, rispetto alle mansioni tipiche del proprio profilo professionale (mansioni igienico- domestico- alberghiere) e somministra terapia su indicazione dell’ infermiere.
Ricordiamo alla Senatrice Guidolin del M5S che se si svolge la professione infermieristica senza averne titolo, si incorre nel reato di abuso di professione infermieristica.
Ma il paradosso dei paradossi sta nel fatto che ancora oggi, e la Senatrice del M5S dovrebbe saperlo, l’infermiere viene sfruttato e costretto a svolgere prevalentemente anche mansioni INFERIORI tipiche della professione DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO, precisamente le mansioni igienico-alberghiere.
La professione infermieristica Non può essere svenduta ad altre figure professionali, anche se preziose nel sistema sanità, ma facenti capo all’area ausiliaria e di supporto.
Per tali ragioni pretendiamo che vengano tutelati gli ambiti di competenza di ogni professione,soprattutto di quella infermieristica, ai fini di proteggere E TUTELARE la salute della collettività.
Sottolineamo ancora, che il percorso dell’oss è finalizzato allo svolgimento di attività sulla persona e del relativo ambiente di vita, assistenza diretta ed aiuto domestico igienico alberghiero, intervento socio sanitario E di carattere sociale..
Pertanto un ipotetico ampliamento delle competenze nell’area sanitaria potrebbe comportare una sovrapposizione di competenze, riservate e specifiche di professioni sanitarie già regolamentate, quali ad esempio quella dell’infermiere responsabile dell’assistenza.
Si ritiene a parere di chi scrive, che i
I lavoratori socio sanitari per crescere professionalmente ed economicamente dovrebbero anzi tutto uscire dallo stallo di “professione d’interesse sanitario” integrandosi e sviluppando a tutti gli effetti come professione socio sanitaria, ai sensi della legge 502/92 art 3.
Redazione.