In organico nella Polizia di stato vi sono 216 Infermieri, tutti con compiti tecnici. Si tratta del più basso livello contrattuale per il poliziotto.
Il personale della polizia di stato è organizzato secondo tre ruoli ben distinti (in base al Decreto del Presidente della Repubblica Italiana n. 337/1982):
- ordinario;
- tecnico scientifico e tecnico;
- professionale.
Il massimo della carriera che un Infermiere di Polizia può raggiungere è quello del “perito tecnico”, che in ambito civile può identificarsi con il vecchio “caposala” o con il nuovo “coordinatore infermieristico”. Si noti che non è previsto nessun ruolo dirigenziale.
L’Infermiere, spiega Bellini, viene inquadrato al proprio inizio di carriera nel ruolo dei “revisori tecnici” della Polizia di Stato: “il personale appartenente al ruolo dei revisori tecnici svolge mansioni esecutive richiedenti conoscenza specialistica nel settore tecnico al quale è adibito, con capacità di utilizzazione di mezzi e strumenti complessi e di interpretazione di disegni, grafici e dati nell’ambito di direttive di massima ricevute…omissis…al suddetto personale possono essere attribuiti compiti di istruzione del personale subordinato (…)” (DPR 337/82, art. 15).
È obbligatoria l’iscrizione all’Albo nazionale degli Infermieri per chi lavora nella PS?
La risposta è negativa, nonostante ciò quasi tutti gli Infermieri di Polizia hanno fatto la scelta di iscriversi al Collegio provinciale IPASVI di competenza e quindi di far parte dell’Albo nazionale.
Non è tutto. Gli Infermieri di Polizia, pure se dotati di Laurea o titolo equipollente o di Laurea di secondo livello, non vengono riconosciuti come tali. Infatti, rispondono ancora al D.M. del 18 luglio 1985 dove si parla di “Mansioni esecutive affidate ai superiori” (come il vecchio Mansionario per gli Infermieri civili) e non come dovrebbe essere al Dm. 739/94 (Profilo Professionale) che li rende responsabili dell’assistenza generale Infermieristica.
Inoltre, ribadiamo, l’Infermiere di Polizia non ha possibilità di fare carriera, a differenza dell’Infermiere civile che può ambire anche a ruoli altamente dirigenziali.
Ruolo e competenze dell’Infermiere di Polizia
Qui entriamo in un campo piuttosto minato. L’Infermiere di Polizia non è autonomo, ma:
- segue l’utente dall’ingresso alla quiescenza;
- è il primo interlocutore nella richiesta di assistenza;
- è il primo referente del bisogno di salute o dello stato di necessità dell’utente/poliziotto;
- traduce il bisogno di assistenza;
- fa da guida per l’utente;
- è anche un Infermiere Forense;
- è un formatore;
- è parte integrante della medicina del lavoro;
- è una figura in costante “modellamento” (e questo è un bene, perché la professione nell’ambito della PS è in continua evoluzione).
L’Infermiere di Polizia, aggiunge Bellini, è:
- un Infermiere di Sanità Pubblica nell’area della prevenzione, negli interventi volti al miglioramento continuo della qualità sul luogo di lavoro, nel contribuire alla promozione della salute attraverso l’educazione alla salute, la prevenzione e la diagnosi precoce;
- Ufficiale di Polizia Giudiziaria in campo sanitario che si traduce in un professionista specializzato nella valutazione di ogni aspetto giuridico e giurisprudenziale che riguardi l’esercizio dell’assistenza infermieristica;
- è un Infermiere di Area Critica, visto il suo costante impiego nelle attività considerate a rischio per il personale di polizia (esercitazioni con armi da fuoco, attività subacquee, manifestazioni caratterizzate da intensa partecipazione di persone, ambienti NBC, paracadutismo, etc.) o contesti che vedono coinvolte persone non appartenenti alla Polizia di Stato come le pubbliche calamità o attentati;
- è un formatore, perché contribuisce al fabbisogno formativo nelle materie di primo soccorso, igiene, medicina del lavoro che devono necessariamente essere bagaglio di ogni operatore di polizia;
- è parte integrante di quel contesto di intervento denominato medicina del lavoro: titolari di patenti di guida per automezzi in servizio di polizia, istruttori di tiro, armaioli e addetti alla custodia delle armi, addetti all’officina e all’autorimessa, addetti ai videoterminali, sommozzatori, artificieri, paracadutisti, atleti, orchestrali;
- è una figura in costante “modellamento” alle esigenze che è chiamato ad assolvere: a seconda del proprio ambito di attività (Questura, Istituto di Istruzione, Reparto Mobile, Centro Nautico, Scuola Alpina, Reparto Speciale) riceve una formazione ad hoc: BLS, F. sub, Alpinismo, intervento durante i servizi di Ordine Pubblico, ecc.;
- è un poliziotto impiegato, tra le altre cose, ad erogare assistenza in tutti quei contesti in cui non è possibile farla erogare da altro personale del S.S.N., ovvero nel caso di soggetti destinatari dei provvedimenti di estradizione, di collaboratori di giustizia e rifugiati politici;
- è anche un burocrate, che produce continuamente incartamenti e documentazione digitale.
Prospettive future
Dal primo all’ultimo concorso per Infermieri di Polizia sono passati circa 20 anni. Oggi gli agenti che hanno questo ruolo specifico sono 216 a livello nazionale: sono pochissimi e non riescono a soddisfare il bisogno dei colleghi in difficoltà con la salute. Di contro, i Medici di Polizia sono 350.
Tante sono le sedi vacanti o coperte da una sola unità infermieristica; oggi non viene garantito, quindi, un buon livello di assistenza. Occorrerebbero nuovi concorsi a cadenza annuale o biennale come avviene per i Medici o dare la possibilità agli Infermieri che lo volessero di arruolarsi liberamente.
Occorre, per quanto detto finora, affrontare seriamente l’adeguamento normativo: dagli anni ‘90 in avanti nel Servizio Sanitario Nazionale sono emerse tante novità (abolizione del mansionario, crediti Ecm, dirigenza per i laureati, laurea per diventare infermieri, inquadramento nel Ruolo Direttivo per gli Infermieri ed altro).
Quali sono le richieste specifiche degli Infermieri di Polizia?
Recepire ed adeguarsi all’esistente. Quindi:
- abolire il mansionario (D.M. del 18 luglio 1985);
- iscrizione obbligatoria all’Albo nazionale degli Infermieri e quindi all’Ipasvi;
- obbligo formativo post-base (Ecm);
- adesione ai dettami del “Profilo Professionale dell’Infermiere” (D.M. 739/94 e alle leggi successive).
In altre parole, fare riferimento alla specifica normativa di settore già emanata dallo Stato Italiano ed applicarla anche ai lavoratori Infermieri della Polizia di Stato (D.M.739/1994, L.42/1999, L.43/2006).
A quanto già detto va aggiunto il nuovo inquadramento:
- gli Infermieri di Polizia non devono essere più manovalanza, ma riconosciuti come dei Professionisti della Salute e poter ambire a ruoli dirigenziali come avviene per i colleghi laureati in altre discipline;
- è necessaria la collocazione nel Ruolo Direttivo (come previsto dall’attuale bozza di revisione dei ruoli della Polizia di Stato ai sensi della Legge n.124 del 2015).
Che tradotto nel linguaggio proprio della Polizia di Stato, significa:
- non ha senso assumere un diplomato e inquadrarlo come “ispettore”;
- non ha senso assumere un laureato di 1° livello (Infermiere) e inquadrato come “revisore tecnico”;
- i laureati Infermieri iniziano la carriera con la qualifica di Vice-Revisore Tecnico (D.P.R. 337 del 1982 e D.Lgs. 12/5/1995, n.197);
- nelle Forze Armate entrerebbero come “Sergenti”.
Attualmente lo schema gerarchico della Polizia di Stato prevede:
- Commissario (Laurea);
- Ispettore (Diploma);
- Revisore (Laurea Infermiere).
La proposta avanzata a Roma dagli Infermieri di Polizia è stata un’altra (piuttosto chiara e rispettosa dei ruoli e delle competenze):
- Commissario (Laurea);
- Laureati di primo livello (Laurea in Infermieristica);
- Ispettore (Diploma).
- La giusta collocazione dell’infermiere non può essere che nel Ruolo dei Direttivi della Polizia di Stato: qualifica che terrebbe conto degli specifici anni di formazione occorrenti per diventare infermiere e della laurea da dover conseguire.
Bellini ha chiarito anche un altro aspetto: gli Infermieri di Polizia non possono più restare in un ruolo tecnico, ma devono necessariamente essere inseriti nel Ruolo Professionale dei Sanitari (DPR 338/82) ed essere dotati di Laurea o titolo universitario equipollente e di iscrizione all’Albo degli Infermieri.
Redazione NurseNews
Fonte nurse24