Gli infermieri militari delle Forze Armate e della Polizia di Stato sono caratterizzati da un forte livello di competenze specialistiche sia per quanto riguarda la difesa della salute, sia anche per quel che attiene la difesa del territorio.
Quelle competenze specialistiche che, spesso, si sta tentando di inserire tra le funzioni dell’infermiere del Servizio sanitario nazionale e che per i militari sono già riconosciute nei codici, soprattutto per quanto riguarda le emergenze e le urgenze che gli infermieri militari e della Polizia possono, anzi devono, gestire da soli secondo un principio di multidisciplinarietà con le altre professioni – medici in testa – molto forte e radicato a tutti i livelli.
Ma per gli aspetti legati alla conicità, alla lungodegenza e all’assistenza delle patologie che spesso si presentano sia per quanto riguarda gli stessi militari, sia per le popolazioni soccorse, la sinergia con il servizio sanitario pubblico dà la possibilità di interconnettere un meccanismo, un’organizzazione ed esperienze che invece non sono proprie del mondo della sanità militare, ma che in quello della sanità civile sono invece affermate, consolidate e in modo massiccio e sempre più spesso affidate proprio agli infermieri.
Tanto che proprio dal ministero della Salute è stata sottolineata l’importanza di apprendere la possibilità di nuovi sviluppi per alcuni lati dell’organizzazione e programmazione sanitaria ed è stata manifestata la piena disponibilità a una sinergia tra ministeri per mettere a disposizione delle Forze armate e della Polizia di Stato esperienze e modelli per quagli aspetti dell’assistenza emergenti anche nel loro ambito, ma ancora poco frequentati.
Attualmente gli infermieri delle Forze armate e quelli della Polizia di Stato sono discriminati rispetto ai colleghi dipendenti del Servizio sanitario nazionale per la non applicazione alle loro situazioni occupazionali delle leggi più favorevoli approvate negli ultimi quindici anni per gli infermieri dipendenti della pubblica amministrazione. Per questo sono penalizzati sia rispetto al valore del loro titolo di laurea che nelle amministrazioni attuali di appartenenza non consente progressioni di carriera come quelle dei colleghi del Ssn (né come quelle dei medici militari), sia per quanto riguarda diritti e dei doveri, tra cui non ultimo quello dell’aggiornamento continuo, che derivano dall’iscrizione, prevista per legge, per l’esercizio della professione, all’albo nazionale.
Inoltre, anche il diverso inquadramento funzionale degli infermieri militari nei differenti ruoli (vice revisore tecnico nella Polizia di Stato e sottufficiale nell’Esercito) richiederebbe una necessaria armonizzazione.
Nell’ultimo incontro sull’infermieristica militare organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie (FNOPI), sono state esaminate e approfondite le competenze istituzionali con riguardo alle innovazioni legislative in tema di rischio professionale e le valutazioni orientative per l’esercizio delle professioni sanitarie. In particolare, sono stati affrontati due temi di grande rilevanza per la Sanità Militare. Il primo è relativo all’organizzazione, alla formazione e alle prospettive della componente infermieristica militare e di come questa possa contribuire al processo di rinnovamento necessario per un supporto sanitario sempre più aderente alle esigenze operative e ad una realtà di riferimento in costante evoluzione.
Dai lavori è emersa la necessità di collegare meglio la formazione post base (Master/Laurea Magistrale/Dottorato) per l’assolvimento di funzioni infermieristiche di livello crescente e i relativi gradi e definire ove possibile una filiera organizzativa e gerarchica differenziata tra personale medico e personale delle professioni sanitarie per garantire l’autonomia nell’assolvimento delle funzioni assistenziali, anche nell’esercizio delle competenze avanzate.
Allo stesso tempo è necessario che l’assistenza infermieristica sia centrata sulla persona/soldato e sulle funzioni dell’organizzazione militare.
Sono necessari, sulla base delle indicazioni legislative nazionali e della NATO maggiori standard, linee guida, protocolli e per far questo è necessario il lavoro di tutti.
Redazione
Fnopi