La giovanissima ginecologa di 31 anni, scomparsa ormai dal 4 marzo di quest’anno da Forlì, ha fatto emergere il clima di aberrante terrore, nel quale vivevano, medici ed infermieri del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento.
I Maltrattamenti. È questo il reato che i carabinieri del Nas, in una dettagliata informativa, indicano alla procura di Trento per il caso della ginecologa Sara Pedri. Nel mirino degli investigatori ci sono i due dirigenti medici, rimossi il 12 luglio, l’ex primario Saverio Tateo e la vice Liliana Mereu del reparto di Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento.
Il caso
Sara Pedri, ginecologa, aveva iniziato a lavorare al reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento a metà novembre 2020, dopo aver conseguito la specializzazione a Catanzaro. In origine, era previsto che la giovane dottoressa entrasse in servizio a Cles, dove infatti si era stabilita, ma poi il reparto era stato riconvertito a causa del Covid.
La permanenza al Santa Chiara, per Sara, sembra essere stata un incubo. Sofferente, dimagrita, terrorizzata, aveva consegnato le dimissioni, quando il 4 marzo scompare nel nulla. Di lei rimane la sua auto ritrovata lungo un ponte e le testimonianze di chi la conosceva. Da un primo quadro della situazione, la sofferenza di Sara è da ricondurre al clima di terrore ed all’ambiente mobbizzante che caratterizzava il reparto di ginecologia nel quale prestava servizio.
«In sala operatoria c’erano ferri chirurgici che volavano verso le persone, anche per un nonnulla. Ginecologi che erano bravi venivano allontanati dalla sala operatoria. Ti fanno sentire una nullità, cercano di trovare lo sbaglio anche se non c’è, pur di metterti in crisi. È il momento di parlare, perché non ci sia un’altra Sara»,
“Sara era terrorizzata – evidenzia la sorella Emanuela, che ha rilasciato una lunga deposizione ai carabinieri di Forlì – e le sue colleghe ci hanno confermato quello che ci diceva lei: turni massacranti, abusi di potere, minacce continue”.
Dalle indagini portate avanti dai Nas, è emerso che sarebbero 14 le persone, tra infermieri e medici, ad aver subito maltrattamenti, che prese di mira, dal primo gennaio 2018, avrebbero subito demansionamenti e insulti, da parte del primario Tateo e dalla vice Mereu.
I militari dell’Arma, hanno quindi inviato un’informativa al procuratore capo Sandro Raimondi, dove chiedono che la coppia di dirigenti venga iscritta nel registro degli indagati per maltrattamenti. Adesso spetterà ai magistrati decidere.
da il Messaggero
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Redazione NurseNews. Eu
Il Messaggero