“Forte apprezzamento e sostegno, da parte dei medici, per l’impegno, assunto con il Patto di Roma, dal G20 salute, di assicurare l’accesso ai vaccini a tutta la popolazione mondiale, supportando i Paesi in via di sviluppo, e di rilanciare l’impianto universalistico dei servizi sanitari”. Così Filippo Anelli (foto), presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, commentando le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del G20 di Roma.
“Garantire l’accesso universale ai vaccini è una scelta lungimirante e solidale, che la Fnomceo indica da tempo – spiega Anelli –. Risponde non solo a ragioni etiche, ma è anche una precisa strategia di sanità pubblica, ineludibile in un mondo globalizzato, nel quale nessun paese è isolato, neppure dal punto di vista epidemiologico e della circolazione del virus. Plaudiamo dunque al Ministro Speranza per averla proposta e sostenuta”.
E ancora: “Allo stesso modo abbiamo apprezzato le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, intervenendo ieri a Pavia, ha spostato il dibattito sulla vaccinazione dal piano politico a quello del dovere civico e morale, e ha duramente condannato le aggressioni e le intimidazioni a medici, scienziati e giornalisti. È vero, vaccinarsi è un dovere civico, perché rende sostenibile il sistema di cure offerto dal nostro servizio sanitario nazionale, liberando posti e risorse per curare anche le altre patologie. Se la vaccinazione diminuisce i ricoveri, se diminuisce la possibilità di finire in terapia intensiva, e se tutti siamo vaccinati, si possono tornare a programmare interventi chirurgici, a smaltire le liste d’attesa, a curare anche tutto quello che non è Covid. La vaccinazione è lo strumento, inoltre, che permette di prefigurare, finalmente, il ritorno a una vita normale”.
Continua Anelli: “Apprezziamo dunque questo tipo di interventi, che conferiscono prestigio all’Italia sulla scena internazionale. E che, all’interno del Paese, mettono un punto a ogni strumentalizzazione politica su tematiche che devono rimanere di pertinenza scientifica e medica: penso alla vaccinazione, ma anche al dibattito sulle terapie,
alla proposta di ‘protocolli’ standard e paralleli a quelli approvati, non validati da prove e non calibrati sul singolo paziente, dopo una visita o comunque da parte del medico che lo ha in cura e lo conosce. Pratiche che vengono ‘accarezzate’ da taluni e proposte come alternativa alla vaccinazione. E che, per farsi largo, usano l’odiosa tattica di creare una frattura tra i medici – additati come ‘allineati al sistema’ o accusati di essere poco presenti e attenti – e i cittadini”.
Conclude il presidente Fnomceo: “Ricordiamo che il medico deve seguire il Codice deontologico che, all’articolo 13, regolamenta la prescrizione. Atto professionale che deve fondarsi sulle evidenze scientifiche disponibili, sul rispetto dei principi di efficacia sicurezza e appropriatezza e deve far seguito a una diagnosi circostanziata. Il medico, in ossequio ai principi di autonomia e responsabilità, può prescrivere farmaci non ancora registrati, o approvati per dosaggi o usi diversi, purché la loro tollerabilità ed efficacia sia scientificamente fondata e i rischi siano proporzionati ai benefici. A maggior ragione, può certo disattendere o integrare un protocollo emesso dagli enti preposti, se la situazione clinica del paziente lo richiede. Tali protocolli e linee guida costituiscono infatti soltanto un supporto all’attività professionale del medico, che resta libera, autonoma e indipendente. In nessun caso, però, può adottare e diffondere pratiche diagnostiche o terapeutiche delle quali non sia resa disponibile idonea documentazione scientifica e clinica, valutabile dalla comunità professionale e dall’autorità competente. Né deve adottare o diffondere terapie segrete”.
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