Nelle terapie croniche, com’è noto, il paziente deve diventare competente; e allora come mai spesso ciò non accade? E’ inutile continuare a prenderci in giro, questo fallimento nasce dalla mancata redistribuzione delle capacità prescrittive tra le varie professioni sanitarie.
Tra i professionisti sanitari che potrebbero portare i pazienti cronici ad essere maggiormente “competenti” indubbiamente c’è l’Infermiere. In altri Paesi, “europei e non”, tutto ciò lo hanno compreso e messo in pratica da tempo ed è incontrovertibile il fatto che l’infermiere prescrittore abbia determinato non solo una migliore gestione dei pazienti, in termini di adesione ai trattamenti, ma anche l’abbattimento di importanti costi presso i servizi sanitari nazionali. Sembra un paradosso ma per il diritto all’assistenza sanitaria transfrontaliera l’Italia è già obbligata a riconoscere le prescrizioni infermieristiche degli altri Paesi. Per quanto tempo ancora in Italia si riuscirà a frenare la redistribuzione delle capacità prescrittive? La risposta non è data, nel frattempo è bene sottolineare che i pazienti cronici scompensati o che non riescono a diventare competenti spesso si rivolgono ai medici che svolgono la libera professione, alimentando così gli introiti della categoria.
Emiliano Boi.