Dopo il verme trovato nel cervello di una donna australiana, ecco altri casi di rari parassiti ospitati dall’uomo.
La notizia della donna australiana che aveva il cervello colonizzato da un verme parassita ha terrorizzato i lettori di mezzo mondo. Se vi siete appassionati al genere, o anche solo se il disgusto non è la vostra emozione prevalente, ecco un’altra selezione di rare parassitosi che difficilmente direste aver interessato l’uomo. La serie, fortunatamente ridotta, di altri ospiti sgraditi è stata ricostruita dal Guardian.
2009: VERME NEL POLMONE DEL RATTO. All’inizio del 2009 il 24enne Graham McCumber finì in ospedale alle Hawaii con rigidità articolare, affaticamento e nausea. Non aveva fatto nulla di strano se non consumare alcune foglie di cavolo raccolte nel suo giardino. Emerse che il giovane era stato colpito da angiostrongiliasi, una condizione causata dalle larve di vermi parassiti dei ratti, i vermi nel polmone del ratto (genere Angiostrongylus).
Questa condizione che si può sviluppare in seguito all’ingestione di lumache o crostacei crudi (ospiti intermedi del verme) può dare sintomi addominali ma anche problemi neurologici con meningite eosinofila. L’angiostrongiliasi, prevalente nel sudest asiatico e nelle isole tropicali del Pacifico, può risultare fatale: McCumber, dopo essere stato in coma per tre mesi e aver riportato danni al cervello e al sistema nervoso, è sopravvissuto.
2014: TENIA. Nel 2014 un 50enne di origine cinese residente in East Anglia, Gran Bretagna, si rivolse al medico in seguito a forti mal di testa e alla percezione di strani odori. L’origine dei suoi disturbi era una rara specie di tenia o verme solitario, lo Spirometra erinaceieuropaei, che in genere attacca anfibi e crostacei in Cina e che solo in 300 casi dagli anni ’50 ad oggi è stato trovato nell’uomo. La creatura sembrava essersi mantenuta viva fino ad allora assorbendo i nutrienti nell’organo, dove si annidava tra un emisfero e l’altro. I medici, che pensano che l’uomo possa averla contratta ingerendo acqua o carne contaminate, hanno scoperto la tenia grazie a una serie di scansioni cerebrali progressive, che mostravano una strana creatura cilindrica spostarsi all’interno del paziente.
2016: COLEOTTERI. Nel 2016 i media cinesi riportarono la vicenda di una bambina di otto mesi, con un sistema immunitario ancora poco sviluppato, che fu portata dai medici in seguito a una sensazione generale di irritazione. Si scoprì che la piccola aveva dei parassiti nelle feci, ma non i vermi come si era inizialmente sospettato, bensì le larve di un coleottero, il tarlo del tabacco (Lasioderma serricorne).
Secondo i medici la bambina avrebbe ingerito le uova del tarlo dopo essere entrata in contatto con fango o con un’arancia contaminati, sviluppando così la cantariasi (come è chiamata questa infestazione).
Una condizione che può essere pericolosa in anziani o bambini con sistemi immunitari non più, o non ancora, ben funzionanti.
2018: VERMI OCULARI. L’incubo di chiunque avverta i sintomi di una congiuntivite si è presentato a una 26enne dell’Oregon che nel 2018, dopo una cavalcata in una spiaggia vicino a un allevamento di bovini, diventò il primo essere umano noto ad essere infettato da vermi della famiglia Thelazia, un comune parassita delle mucche nel Nord America.
Le larve della specie chiamata Thelazia gulosa sono di solito diffuse dalle mosche che si nutrono delle lacrime dei bovini. Dopo una settimana di irritazione oculare la donna rimosse un verme lungo meno di 1 cm dall’occhio, e in seguito altri 14. Secondo Richard S. Bradbury, ricercatore del ramo Parasitic Diseases dei CDC americani che all’epoca descrisse il caso, di solito questi parassiti attaccano gli animali e l’uomo è solo un ospite accidentale.
2022: LARVE. Chi viaggia in Paesi tropicali o subtropicali può incorrere nella miasi, l’infestazione da larve di alcuni tipi di mosche. Nel 2022 una donna di 32 anni da poco tornata da un viaggio nella foresta amazzonica finì per veder rimuovere dalla sua palpebra tre esemplari di un dittero parassita della famiglia degli Oestridae, che divora i tessuti dall’interno.
Redazione NurseNews.eu
Fonte Focus