L’attività degli infermieri di famiglia si rivolgerà alla presa in carico delle cronicità, a pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi, fragili, con età pari o superiore a 65 anni
l Veneto diventerà la prima Regione d’Italia a dotarsi di una nuova figura professionale infermieristica di grande rilievo e innovazione: l’infermiere di famiglia o comunità».
Lo afferma l’assessore alla sanità della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, anticipando alcuni dei contenuti dell’atto con il quale la Giunta regionale formalizzerà la novità.
L’impiego sarà utile per la gestione dei bisogni di assistenza legati alla cronicità e alla fragilità e si rivolgerà a persone che non possono fruire dell’assistenza domiciliare integrata o alla gestione in strutture intermedie-residenziali, o setting specialistici o per acuti.
«Una piccola rivoluzione – rileva – con cui vogliamo portare l’assistenza infermieristica vicino al cittadino e rafforzare le professionalità del settore infermieristico».
Il modello professionale identificato, aggiunge Lanzarin, «prevede un infermiere di famiglia o comunità con formazione accademica specifica, circa ogni 15 infermieri orientati all’infermieristica di famiglia o di comunità, formati con un corso specifico regionale».
L’attività degli infermieri di famiglia si rivolgerà alla presa in carico delle cronicità, a pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi, fragili, con età pari o superiore a 65 anni.
«Abbiamo anche puntato molto sulla formazione professionale – fa notare Lanzarin – con corsi regionali estremamente approfonditi».
La formazione inizierà con circa cento infermieri con incarico di funzione organizzativa e dirigenti delle professioni sanitarie, con altri 115 infermieri referenti per la formazione sul campo, con 1.800 infermieri del territorio.