La pioggia di bombe continua, su Gaza. Israele lo puntualizza: sono oltre 5 mila le postazioni di Hamas colpite e decine i comandanti uccisi.
La guerra ha già ucciso decine di miliziani ha coinvolto migliaia di residenti della Striscia senza arrestarsi, infatti i numeri continuano ad aumentare: gli ultimi dati parlano di tremila decessi, tra cui mille bambini e oltre 12.500 feriti. I bombardamenti colpiscono case, scuole, campi profughi e ospedali. Nei pressi di Gaza City è stato colpito l’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital, gestito dalla Chiesa anglicana, in cui cercavano rifugio centinaia di famiglie. Nel blitz sarebbero morti centinaia di pazienti. Iniziano le ricerche dei corpi sommersi dalle macerie.
La sede degli ospedali ubicati nella parte del nord della Striscia è una delle questioni più spinose. Anche lo Stato ebraico da giorni ne ordina l’evacuazione ma nella pratica, però, l’operazione è estremamente difficile.
Il sistema ospedaliero è al collasso: da giorni vi è il blocco delle forniture elettriche, carenze di cibo, acqua e medicine. L’unico punto da cui potrebbero arrivare i soccorsi, nella penisola del Sinai, è chiuso nonostante le di trattative del segretario di Stato Usa, Antony Blinken e la promessa del premier Abdel Fatah al-Sisi di coordinare un piano per gli aiuti.
Il Cairo sostiene di non poterlo fare a causa dei bombardamenti israeliani che colpiscono il passaggio.
La strage, che la sera del 17 ottobre ha colpito l’ospedale ‘Al-Ahli Arabi Baptist Hospital, ha avuto un impatto enorme. L’equipe sanitaria continua ad accogliere persone con importanti ferite da arma da fuoco e schegge in tutta la superficie corporea. La carenza delle risorse limita anche gli interventi chirurgici e la relativa assistenza post- operatoria. Gli accessi continuano ad aumentare, ma la situazione è sempre più ingestibile. L’Equipe sanitaria è stremata e si moltiplicano gli appelli per fermare la guerra.
L’organizzazione umanitaria chiede che tutte le strutture sanitarie, che non sono obiettivi militari, siano protette per garantirne l’incolumità di degenti e operatori sanitari e riuscire ad erogare le giuste cure.
La crudeltà della guerra ci mette di fronte ad un odio globale che si tramanda tra i popoli, ma siamo davvero pronti ad accogliere questo massacro?