Alla fine dell’anno, nell’ambito dei previsti rinnovi contrattuali per il 2024, i dipendenti statali riceveranno un aumento del 3,35%, che è equivalente a 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale. Per le posizioni di responsabilità come capi dipartimento e segretari generali nei ministeri, ciò si tradurrà in un incremento di 1.939,7 euro lordi.
Nel quadro dei rinnovi contrattuali pubblici tra il 2022 e il 2024, è previsto che gli stipendi dei dipendenti statali aumentino già entro dicembre. Questa previsione deriva dall’articolo 3 del decreto “anticipi,” approvato dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre, in concomitanza con l’approvazione della legge di bilancio. L’obiettivo principale di questo decreto è anticipare al 2022 una parte delle spese programmate per il 2024, allo scopo di creare margini finanziari per la manovra economica. Il provvedimento complessivo ammonta a oltre 7,3 miliardi di euro, di cui circa 3-3,5 miliardi sono destinati al settore sanitario, mentre il resto sarà destinato ai dipendenti pubblici.
La misura e i finanziamenti
Un’ampia platea di ministeriali, insegnanti e impiegati nella sicurezza (dalla polizia all’esercito), nella difesa e degli enti pubblici nazionali – come Inps e agenzie fiscali – riceveranno un’extra entro la fine dell’anno. L’intento del ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo sarebbe quello di fare pressing fino ad ottenere che il surplus venga erogato già nel mese di novembre, in modo che non si vada ad aggiungere alla tredicesima. Questo intervento, che in una prima fase dovrebbe impiegare 2 miliardi, esclude i dipendenti degli enti territoriali, dal momento che questa categoria di amministrazioni utilizza i propri fondi di bilancio per la gestione di rinnovi contrattuali e aumenti di stipendio. Gli enti potranno «erogare al proprio personale dipendente a tempo indeterminato lo stesso incremento», ma per farlo dovranno avere i soldi in cassa e riuscire comunque a chiudere il bilancio in pareggio. Alla sanità, invece, dovrebbe pensare una quota vincolata della delibera Cipe sui fondi.
Gli aumenti
Ma vediamo il provvedimento come si traduce in termini di cifre. L’anticipo al 2023 consiste in un aumento pari a 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici, che è il 3,35%. L’importo, quindi, varia a seconda delle qualifiche ed, essendo annuale, andrà moltiplicato per le 13 mensilità. Vediamo un esempio. Per i contratti di lavoro nei ministeri, come mostra il Sole 24 Ore, l’indennità di vacanza contrattuale va dai 7,6 euro al mese dello scalino gerarchicopiù basso ai 22,27 euro dei capi dipartimento e segretari generali, annualmente la cifra oscilla tra 98,8 a 289,51 euro. Moltiplicato per 6,7, si ottiene un aumento che per i lavoratori nei ministeri parte da un minimo di 661,96 euro lordi a un massimo di 1.939,7.
Nel settore della sanità e dell’istruzione, ci saranno diverse modifiche retributive. Nei casi dei docenti, gli aumenti varieranno in base all’anzianità. Ad esempio, un professore delle scuole superiori con meno di otto anni di servizio riceverà 829,20 euro, mentre chi ha un’anzianità di 28-34 anni percepirà 1.228,10 euro. I docenti delle scuole medie inferiori vedranno un aumento che va da una cifra minima simile ai professori delle scuole superiori a un massimo di 1.168 euro. Per quanto riguarda gli insegnanti delle scuole dell’infanzia e primarie, l’incremento salariale varierà da 765,60 a 1.056,20 euro.
Nel campo sanitario, medici e infermieri beneficeranno di interventi significativi. Saranno stanziati 2,3 miliardi di euro per il rinnovo dei loro contratti, oltre a 700 milioni di euro per aumentare le retribuzioni delle ore extra e affrontare le liste d’attesa. Nel 2025, saranno destinati 250 milioni di euro alla sanità, e 350 milioni nel 2026. Questi fondi mirano a migliorare le condizioni retributive dei dipendenti sanitari e ad affrontare le sfide nel settore.
Le aumenti di cui si è parlato non avranno alcun impatto sul parametro per gli sconti sul cuneo contributivo, che continueranno a beneficiare i dipendenti pubblici. Il governo ha confermato la volontà di prorogare per un ulteriore anno la riduzione dei contributi, mantenendo il 7% di sconto per coloro che guadagnano fino a 25.000 euro e il 6% di sconto per chi ha una retribuzione compresa tra 25.000 e 35.000 euro. Questo permetterà di conservare 100 euro in più nella busta paga ogni mese.