1. Lussazione anteriore, la più comune e solitamente più facile da trattare.
2. Lussazione posteriore, meno frequente e richiede spesso un trattamento più complesso.
Per i casi di lussazione ricorrente o instabilità cronica della spalla, l’approccio artroscopico offre un’opzione di trattamento con minima invasività chirurgica. Questo permette di riparare e rafforzare i legamenti, riportando la testa dell’omero nella sua posizione corretta.
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
La lussazione alla spalla


La lussazione alla spalla: sintomi, soluzioni e tempi di recupero
TEMPO DI LETTURA: 4 MINUTI
La lussazione alla spalla si verifica quando la testa dell’omero fuoriesce totalmente o parzialmente (sublussazione) dalla cavità glenoidea, ovvero il punto in cui si articola con la scapola.
A seconda della posizione assunta dalla testa dell’omero, si può parlare di:
lussazione anteriore, più comune e più facilmente guaribile;
lussazione posteriore, meno frequente nonché più complessa da curare.
In caso di lussazione recidivante o di instabilità cronica della spalla, la tecnica artroscopica, sfruttando la sua poca invasività chirurgica, permette di riparare e ritensionare i legamenti, centrando nuovamente e correttamente la testa omerale.
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
La lussazione alla spalla

L’attenzione maggiore deve essere posta, oltre che ovviamente sulla manovra di riduzione, sulle conseguenze della lussazione, e sull’instabilità di spalla dovuta alla iperlassità dei tessuti della cuffia dei rotatori che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di mantenimento delle ossa della spalla nella loro sede naturale.
La spalla è la parte più mobile del nostro corpo ed è formata da ben 5 articolazioni: quella che ci interessa in questo articolo è quella scapolomerale o glenomerale, in quanto formata da omero e dalla cavità glenoidea della scapola.
La sua mobilità è data, come abbiamo appena detto, da queste cinque articolazioni, che necessitano, però, di strutture adeguate per poterla mantenere salda e stabile, come la cuffia dei rotatori.
Nella maggior parte dei casi, la lussazione della spalla interessa proprio l’articolazione scapolomerale, ecco perché si definisce anche lussazione scapolo-omerale.


La lussazione alla spalla: sintomi, soluzioni e tempi di recupero
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La lussazione alla spalla si verifica quando la testa dell’omero fuoriesce totalmente o parzialmente (sublussazione) dalla cavità glenoidea, ovvero il punto in cui si articola con la scapola.
A seconda della posizione assunta dalla testa dell’omero, si può parlare di:
lussazione anteriore, più comune e più facilmente guaribile;
lussazione posteriore, meno frequente nonché più complessa da curare.
In caso di lussazione recidivante o di instabilità cronica della spalla, la tecnica artroscopica, sfruttando la sua poca invasività chirurgica, permette di riparare e ritensionare i legamenti, centrando nuovamente e correttamente la testa omerale.
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
La lussazione alla spalla

L’attenzione maggiore deve essere posta, oltre che ovviamente sulla manovra di riduzione, sulle conseguenze della lussazione, e sull’instabilità di spalla dovuta alla iperlassità dei tessuti della cuffia dei rotatori che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di mantenimento delle ossa della spalla nella loro sede naturale.
La spalla è la parte più mobile del nostro corpo ed è formata da ben 5 articolazioni: quella che ci interessa in questo articolo è quella scapolomerale o glenomerale, in quanto formata da omero e dalla cavità glenoidea della scapola.
La sua mobilità è data, come abbiamo appena detto, da queste cinque articolazioni, che necessitano, però, di strutture adeguate per poterla mantenere salda e stabile, come la cuffia dei rotatori.
Nella maggior parte dei casi, la lussazione della spalla interessa proprio l’articolazione scapolomerale, ecco perché si definisce anche lussazione scapolo-omerale.
Le cause di una lussazione alla spalla
La lussazione alla spalla nella maggior parte dei casi, si verifica per colpa di un evento traumatico: solo raramente, è causata da una patologia degenerativa.
Ecco le cause più frequenti:
caduta sul lato della spalla;
movimenti eccessivi o bruschi del braccio oltre la testa;
caduta su un braccio ruotato verso l’esterno o verso l’interno;
urto violento della spalla;
incidenti stradali;
lesione di Bankart, più frequente nei giovani;
lesione di Hill Sachs, più frequente negli anziani;
eccessivo allenamento dei muscoli della spalla;
predisposizione congenita, ovvero presenza di tendini e strutture capsulo legamentose meno rigide del normale;
predisposizione data da lussazioni passate.
La lussazione alla spalla spesso è recidiva e può provocare la rottura di altre strutture anatomiche quali le ossa, la cartilagine e i muscoli.
Quando la spalla va nuovamente fuori posto, è facile che la persona subisca ulteriori complicazioni come per esempio la lesione di Bankart, oppure danni ai legamenti o alle superfici articolari. Ciò aumenta il rischio di soffrire di artrosi in età avanzata.
In generale, la fascia più colpita è quella dei giovani uomini che svolgono assiduamente attività sportive (baseball, basket, calcio, rugby, sci, ecc.).


La lussazione alla spalla: sintomi, soluzioni e tempi di recupero
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La lussazione alla spalla si verifica quando la testa dell’omero fuoriesce totalmente o parzialmente (sublussazione) dalla cavità glenoidea, ovvero il punto in cui si articola con la scapola.
A seconda della posizione assunta dalla testa dell’omero, si può parlare di:
lussazione anteriore, più comune e più facilmente guaribile;
lussazione posteriore, meno frequente nonché più complessa da curare.
In caso di lussazione recidivante o di instabilità cronica della spalla, la tecnica artroscopica, sfruttando la sua poca invasività chirurgica, permette di riparare e ritensionare i legamenti, centrando nuovamente e correttamente la testa omerale.
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
La lussazione alla spalla

L’attenzione maggiore deve essere posta, oltre che ovviamente sulla manovra di riduzione, sulle conseguenze della lussazione, e sull’instabilità di spalla dovuta alla iperlassità dei tessuti della cuffia dei rotatori che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di mantenimento delle ossa della spalla nella loro sede naturale.
La spalla è la parte più mobile del nostro corpo ed è formata da ben 5 articolazioni: quella che ci interessa in questo articolo è quella scapolomerale o glenomerale, in quanto formata da omero e dalla cavità glenoidea della scapola.
La sua mobilità è data, come abbiamo appena detto, da queste cinque articolazioni, che necessitano, però, di strutture adeguate per poterla mantenere salda e stabile, come la cuffia dei rotatori.
Nella maggior parte dei casi, la lussazione della spalla interessa proprio l’articolazione scapolomerale, ecco perché si definisce anche lussazione scapolo-omerale.
Le cause di una lussazione alla spalla
La lussazione alla spalla nella maggior parte dei casi, si verifica per colpa di un evento traumatico: solo raramente, è causata da una patologia degenerativa.
Ecco le cause più frequenti:
caduta sul lato della spalla;
movimenti eccessivi o bruschi del braccio oltre la testa;
caduta su un braccio ruotato verso l’esterno o verso l’interno;
urto violento della spalla;
incidenti stradali;
lesione di Bankart, più frequente nei giovani;
lesione di Hill Sachs, più frequente negli anziani;
eccessivo allenamento dei muscoli della spalla;
predisposizione congenita, ovvero presenza di tendini e strutture capsulo legamentose meno rigide del normale;
predisposizione data da lussazioni passate.
La lussazione alla spalla spesso è recidiva e può provocare la rottura di altre strutture anatomiche quali le ossa, la cartilagine e i muscoli.
Quando la spalla va nuovamente fuori posto, è facile che la persona subisca ulteriori complicazioni come per esempio la lesione di Bankart, oppure danni ai legamenti o alle superfici articolari. Ciò aumenta il rischio di soffrire di artrosi in età avanzata.
In generale, la fascia più colpita è quella dei giovani uomini che svolgono assiduamente attività sportive (baseball, basket, calcio, rugby, sci, ecc.).
I sintomi di una lussazione alla spalla
I sintomi più comuni della lussazione alla spalla, sono:
forte dolore alla spalla;
braccio “dondolante”;
deformità della spalla;
perdita di sensibilità dell’arto;
formicolio a spalla e braccio;
difficoltà nello svolgere qualsiasi movimento.
Si tratta, come per ogni tipologia di lussazione, di un infortunio molto doloroso che rende impossibile eseguire anche i normali movimenti del braccio.
La diagnosi di una spalla lussata
La diagnosi di una spalla lussata, spesso è molto semplice da emettere perché la lesione dell’arto è visibile a occhio nudo, inoltre, un ortopedico esperto può capire anche solo con la palpazione della zona interessata se la testa dell’omero è fuoriuscita sotto l’ascella o dietro di essa.
L’instabilità di spalla può comportare complicazioni vascolari o a livello di nervi, è bene quindi sottoporsi al più presto a una visita medica specializzata ed è consigliabile effettuare una radiografia, una TAC o una risonanza magnetica per verificare l’eventuale presenza di ulteriori fratture o lacerazioni tendinee.
I rimedi per la lussazione alla spalla
Una volta accertato che un paziente è affetto da questa patologia, bisogna stabilire come intervenire.
A seconda della gravità dei casi, l’ortopedico sceglie se procedere con un intervento chirurgico oppure con una riduzione della lussazione.
Terapia conservativa
Il primo approccio per la cura dell’instabilità della spalla è di tipo conservativo, atto a ridurre la lussazione immobilizzando l’arto colpito.
La riduzione della lussazione altro non è che una tecnica standard utile a riportare la testa dell’omero nella sua posizione anatomica, sempre se la patologia si presenta per la prima volta.
In seguito a questa terapia, il braccio viene immobilizzato per alcune settimane durante le quali è fondamentale tenere sempre il polso e la mano in movimento. Una volta tolto il tutore per la spalla lussata, sarà necessario svolgere degli esercizi di riabilitazione specifici.
Intervento chirurgico


La lussazione alla spalla: sintomi, soluzioni e tempi di recupero
TEMPO DI LETTURA: 4 MINUTI
La lussazione alla spalla si verifica quando la testa dell’omero fuoriesce totalmente o parzialmente (sublussazione) dalla cavità glenoidea, ovvero il punto in cui si articola con la scapola.
A seconda della posizione assunta dalla testa dell’omero, si può parlare di:
lussazione anteriore, più comune e più facilmente guaribile;
lussazione posteriore, meno frequente nonché più complessa da curare.
In caso di lussazione recidivante o di instabilità cronica della spalla, la tecnica artroscopica, sfruttando la sua poca invasività chirurgica, permette di riparare e ritensionare i legamenti, centrando nuovamente e correttamente la testa omerale.
Le lussazioni scapolo omerali, le sublussazioni e i danni capsulo-legamentosi vengono riparati sempre tramite infissione di ancorette metalliche o suture intra-ossee con fili molto resistenti.
La lussazione alla spalla

L’attenzione maggiore deve essere posta, oltre che ovviamente sulla manovra di riduzione, sulle conseguenze della lussazione, e sull’instabilità di spalla dovuta alla iperlassità dei tessuti della cuffia dei rotatori che non sono più in grado di svolgere il loro ruolo di mantenimento delle ossa della spalla nella loro sede naturale.
La spalla è la parte più mobile del nostro corpo ed è formata da ben 5 articolazioni: quella che ci interessa in questo articolo è quella scapolomerale o glenomerale, in quanto formata da omero e dalla cavità glenoidea della scapola.
La sua mobilità è data, come abbiamo appena detto, da queste cinque articolazioni, che necessitano, però, di strutture adeguate per poterla mantenere salda e stabile, come la cuffia dei rotatori.
Nella maggior parte dei casi, la lussazione della spalla interessa proprio l’articolazione scapolomerale, ecco perché si definisce anche lussazione scapolo-omerale.
Le cause di una lussazione alla spalla
La lussazione alla spalla nella maggior parte dei casi, si verifica per colpa di un evento traumatico: solo raramente, è causata da una patologia degenerativa.
Ecco le cause più frequenti:
caduta sul lato della spalla;
movimenti eccessivi o bruschi del braccio oltre la testa;
caduta su un braccio ruotato verso l’esterno o verso l’interno;
urto violento della spalla;
incidenti stradali;
lesione di Bankart, più frequente nei giovani;
lesione di Hill Sachs, più frequente negli anziani;
eccessivo allenamento dei muscoli della spalla;
predisposizione congenita, ovvero presenza di tendini e strutture capsulo legamentose meno rigide del normale;
predisposizione data da lussazioni passate.
La lussazione alla spalla spesso è recidiva e può provocare la rottura di altre strutture anatomiche quali le ossa, la cartilagine e i muscoli.
Quando la spalla va nuovamente fuori posto, è facile che la persona subisca ulteriori complicazioni come per esempio la lesione di Bankart, oppure danni ai legamenti o alle superfici articolari. Ciò aumenta il rischio di soffrire di artrosi in età avanzata.
In generale, la fascia più colpita è quella dei giovani uomini che svolgono assiduamente attività sportive (baseball, basket, calcio, rugby, sci, ecc.).
I sintomi di una lussazione alla spalla
I sintomi più comuni della lussazione alla spalla, sono:
forte dolore alla spalla;
braccio “dondolante”;
deformità della spalla;
perdita di sensibilità dell’arto;
formicolio a spalla e braccio;
difficoltà nello svolgere qualsiasi movimento.
Si tratta, come per ogni tipologia di lussazione, di un infortunio molto doloroso che rende impossibile eseguire anche i normali movimenti del braccio.
La diagnosi di una spalla lussata
La diagnosi di una spalla lussata, spesso è molto semplice da emettere perché la lesione dell’arto è visibile a occhio nudo, inoltre, un ortopedico esperto può capire anche solo con la palpazione della zona interessata se la testa dell’omero è fuoriuscita sotto l’ascella o dietro di essa.
L’instabilità di spalla può comportare complicazioni vascolari o a livello di nervi, è bene quindi sottoporsi al più presto a una visita medica specializzata ed è consigliabile effettuare una radiografia, una TAC o una risonanza magnetica per verificare l’eventuale presenza di ulteriori fratture o lacerazioni tendinee.
I rimedi per la lussazione alla spalla
Una volta accertato che un paziente è affetto da questa patologia, bisogna stabilire come intervenire.
A seconda della gravità dei casi, l’ortopedico sceglie se procedere con un intervento chirurgico oppure con una riduzione della lussazione.
Terapia conservativa

Il primo approccio per la cura dell’instabilità della spalla è di tipo conservativo, atto a ridurre la lussazione immobilizzando l’arto colpito.
La riduzione della lussazione altro non è che una tecnica standard utile a riportare la testa dell’omero nella sua posizione anatomica, sempre se la patologia si presenta per la prima volta.
In seguito a questa terapia, il braccio viene immobilizzato per alcune settimane durante le quali è fondamentale tenere sempre il polso e la mano in movimento. Una volta tolto il tutore per la spalla lussata, sarà necessario svolgere degli esercizi di riabilitazione specifici.
Intervento chirurgico

In caso di lussazione recidivante, lo specialista tende a procedere con un intervento chirurgico per rendere stabile l’articolazione. E come abbiamo anticipato, la lussazione della spalla, soprattutto nei più giovani, può essere recidiva.
Quando il labbro glenoideo si cicatrizza in maniera errata dopo il suo riposizionamento spontaneo, si verifica la condizione chiamata lesione di Bankart, una delle cause principali di recidività.
Generalmente si procede in due modi:
intervento in artroscopia, quando le lesioni non sono importanti o sono limitate alla capsula e ai legamenti;
intervento a “cielo aperto”, quando si presentano danni ossei all’omero o alla scapola.
Può influire su questa scelta anche
l’età;
l’attività sportiva svolta dal paziente;
la sua lassità articolare del paziente.
Tra le due operazioni chirurgiche, la riparazione artroscopica è sicuramente quella meno invasiva: riduce il dolore e le complicanze post operatorie, oltre a rendere più celeri i tempi di recupero.
L’intervento in artroscopia viene eseguito con l’impiego di telecamere e la creazione di piccoli fori nella pelle di circa 1 cm all’interno dei quali vengono inseriti strumenti di dimensioni ridottissime che, grazie a delle mini ancore, riescono a risaldare i legamenti della spalla.
I tempi di recupero di una lussazione alla spalla
Al termine di un intervento, per raggiungere una completa guarigione sarà necessario:
immobilizzare il braccio per 3-4 settimane con un tutore;
osservare un periodo di riposo;
eseguire semplici esercizi per muovere la mano, il polso, il gomito;
assumere farmaci antidolorifici per combattere il dolore;
applicare del ghiaccio sulla parte operata.
Una volta tolto il tutore, sarà essenziale seguire un ciclo completo di riabilitazione, con fisioterapia assistita e rinforzo della muscolatura per recuperare il movimento dell’articolazione.
Il periodo di recupero post-operatorio varia a seconda dei singoli casi.
Età, stile di vita, tipo di lesione e attività sportiva praticata, determinano il tempo necessario affinché le normali attività quotidiane e sportive possano tornare a essere svolte regolarmente.