La gestione dei turni di lavoro sta diventando sempre più difficile a causa della mancanza di personale e della crescente insoddisfazione professionale.
Nei Pronto Soccorso italiani, c’è una carenza di almeno 5.000 medici e oltre 12.000 infermieri. L’episodio dei tre primari del Policlinico di Bari, che sono stati multati dall’Ispettorato del Lavoro per non aver rispettato le norme sui riposi del personale e per aver effettuato troppi straordinari durante la pandemia, evidenzia nuovamente la grave carenza di personale in uno dei reparti chiave degli ospedali.
Questo problema rende la gestione dei turni di lavoro estremamente complessa, suscitando preoccupazione tra i primari dei Pronto Soccorso poiché il personale medico è sempre più esiguo e insoddisfatto professionalmente. Anche l’introduzione di prestazioni aggiuntive finanziarie per incentivare gli straordinari non risolve la situazione.
Il rapporto della Società di Medicina d’Urgenza (SIMEU) rivela che nel 2023 il 76% delle borse di studio in questa specializzazione non è stato assegnato, rappresentando un peggioramento rispetto al 2022 quando i contratti non assegnati erano al 61%. Ciò significa che ci saranno 128 specializzandi di Medicina d’Urgenza in meno rispetto all’anno precedente, mettendo a rischio la stabilità del servizio pubblico.
Gli specializzandi sono una risorsa irrinunciabile per il sistema sanitario, ma è necessario rivedere il loro status per evitare il crescente ricorso ai medici gettonisti di varie e improbabili provenienze. Il presidente della SIMEU, Fabio De Iaco, sottolinea l’importanza di investire in questa risorsa e di porre fine a questo paradosso.