Mentre il governo riduce la parte dei fondi accumulati tra il 1981 e il 1996 provenienti dai contributi.
“Per i professionisti dal Servizio sanitario nazionale. Una prospettiva definita “inaccettabile” e contro cui i sindacati dei camici bianchi si dichiarano pronti allo sciopero entro dicembre.
Sul piede di guerra il maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao-Assomed, ed il sindacato Cimo-Fesmed, che ribadiscono la propria “condanna senza riserve contro la riforma del governo che punta a fare cassa sulle pensioni dei medici e dei dirigenti sanitari, che rientrano a pieno titolo in quel 13% di popolazione che contribuisce con le loro tasse al 60% del gettito Irpef”. Con un “inaccettabile attacco ai diritti acquisiti – denunciano – si riducono le aliquote di rendimento dei contributi versati prima del 1996 colpendo quasi il 50% del personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25% dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita media. Un vergognoso cambio delle regole in corso che mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini”.
Le due sigle chiedono dunque al Governo il ritiro del provvedimento nonché più risorse per il Ssn. Pronte, in caso di risposta negativa, a cercare la più ampia convergenza con le altre organizzazioni sindacali per arrivare allo stato di agitazione nella prospettiva di uno sciopero generale entro dicembre”.