Possiamo definire lesioni da pressione tutte quelle condizioni che portano ad un’interruzione della continuità della cute e/o dei tessuti sottostanti, queste di solito vengono a presentarsi in prossimità delle prominenze ossee, ovvero quelle zone (come ad esempio la nuca, le scapole, i gomiti, il sacro e i talloni) nelle quali il tessuto adiposo è presente in quantità molto minori rispetto ad altri distretti corporei.
Quando insorgono?
Tra le cause più frequenti che portano all’insorgenza delle lesioni da pressione troviamo:
- Applicazione sulla cute di forze di taglio e stiramento, ad esempio quando si effettua la mobilizzazione della persona in maniera scorretta facendola scivolare sulle lenzuola.
- L’immobilità della persona accompagnata da una non corretta o inconsistente mobilizzazione della stessa, come noto il tessuto adiposo ha il compito di attutire l’azione della pressione proveniente dall’esterno, per tale motivo proprio a livello delle sopra citate zone di protrusione ossea il tessuto adiposo, molto sottile, riesce ad attenuarla per periodi non troppo lunghi, quando questa pressione supera i 32 mmHg per tempi superiori ai 50 minuti circa i vasi inizieranno ad ischemizzarsi, non permettendo più al sangue di passare, impedendo ai nutrienti e all’ossigeno di raggiungere i tessuti, questo coinciderà con una sofferenza localizzata della cute che all’inizio si presenterà arrossata, al perdurare della condizione andrà sempre più a scurirsi fino a diventare necrotica (nera), ovvero una cute totalmente devitalizzata.
- Umidità della cute, la cute umida a causa del sudore, di una non corretta asciugatura della persona dopo la doccia a letto, o peggio a causa della presenza di urine e feci è una cute che viene notevolmente indebolita dall’azione acida di queste.
Lesioni da pressione, come riconoscerle?
Per riconoscere in maniera precoce l’insorgenza delle lesioni da pressione ( l.d.p.) bisogna esaminare la cute nella sua totalità, in base all’alterazione evidenziata le lesioni da pressione si possono stadiare in:
- STADIO 1 : cute intatta, in questo caso l’unica alterazione cutanea visibile è la presenza di un eritema non sbiancante alla digito pressione, la zona potrà presentarsi più calda o più fredda, più morbida o indurita rispetto alle altre zone
- STADIO 2 : cute che presenta un’ulcerazione in quanto sarà stata intaccata una parte del derma, il letto della ferita si presenta rosso/rosato
- STADIO 3: la cute si presenta danneggiata in maniera importante, si avrà esposizione del tessuto adiposo senza però l’esposizione di muscoli e tendini
- STADIO 4 : è sicuramente la condizione più grave, la perdita cutanea porta all’esposizione di tendini, muscoli ed ossa, favorendo l’insorgenza di osteomieliti
- LESIONE NON STADIABILE : la lesione risulterà coperta da tessuto, di solito necrotico che impedirà di stadiare la lesione
- SOSPETTO DANNO DEI TESSUTI PROFONDI : la cute si presenta intatta, ma con zone di colore viola o marrone, con presenza o meno di flittene pieno di sangue, le modificazioni sono imputabili ad un danno dei tessuti profondi a causa di forze di frizione o taglio
COME PREVENIRLE?
Come qualsiasi altra condizione patologica una parte fondamentale del trattamento riguarda la prevenzione, i metodi preventivi più efficaci sono i seguenti:
- IDENTIFICAZIONE DEL PAZIENTE A RISCHIO : l’arma principale per prevenire l’insorgenza delle l.d.p. è quella di imparare a riconoscere i soggetti a rischio, tra questi troviamo i soggetti con compromissioni gravi della mobilità, malnutriti, con deficit sensoriali e psichici significativi.
- RICONOSCERE PRECOCEMENTE EVENTUALI ALTERAZIONI CUTANEE : un esame accurato della cute ci permetterà di evidenziare soprattutto a livello delle prominenze ossee eventuali alterazioni, quali, rossori, indurimenti, secchezza, dolore ecc.
- FAVORIRE LA MOBILITA’ DELLA PERSONA : è importante che l’assistito sia incoraggiato ed aiutato a cambiare posizione almeno ogni 4 ore, se questo non è in grado è importante che sia il caregiver, ovvero colui che assiste la persona a farlo, in questo modo si eviteranno i danni provocati dalla pressione sulla cute
- PROTEGGERE LA CUTE : è importante mantenere la cute asciutta per evitarne la macerazione, è utile inoltre utilizzare delle creme protettive, come quelle all’ossido di zinco, queste andranno a creare una barriera protettiva che sarà in grado di proteggere la cute dall’aggressione di fattori esterni danneggianti, quali ad esempio feci e urine
- UTILIZZARE SUPERFICI ANTIDECUBITO : Le linee guida dell’AHRQ (2006) raccomandano l’utilizzo di prodotti in poliuretano alti almeno 10 cm, meglio se 16 o 20 in modo da aumentare la superficie di appoggio e ridurre il carico tessutale per ogni cm² (Bellingieri A., 2013)
- ANALIZZARE LA CONDIZIONE NUTRIZIONALE DEL PAZIENTE : è necessario insieme ad un nutrizionista valutare il comportamento alimentare dell’assistito, altra cosa fondamentale è effettuare dei prelievi di sangue al fine di valutare i valori ematici di albumina, valori inferiori a 3,5% ml possono essere considerati come indice predittivo di sviluppo di lesioni cutanee.