“Se diventa strumento di antagonismo politico rende un pessimo servizio. Il 25 novembre in piazza senza gravare sui lavoratori e creare disservizi.”
La Cisl considera lo sciopero generale lo strumento estremo dell’azione sindacale. Ci sono altri mezzi efficaci di pressione come una grande manifestazione di sabato che e’ quello che noi metteremo in campo il 25 novembre a Roma in piazza Santi Apostoli senza gravare sulle tasche dei lavoratori, senza creare disservizi ai cittadini e senza riversare il conflitto nei luoghi di lavoro e nelle imprese, che nulla hanno a che fare con i contenuti della manovra.
Non e’ la manovra espansiva che avrebbe voluto la Cisl. Ma pur nella limitatezza delle risorse ha recepito diversi elementi avanzati dalla Cisl in questi mesi di trattativa e mobilitazione. Tra le luci ci sono l’operazione sul cuneo contributivo e sull’Irpef, l’innalzamento della no tax area per i lavoratori dipendenti a 8500 euro, l’azzeramento delle tasse sui fringe benefit fino a 1.000 euro per chi è senza carichi familiari, la proroga della detassazione al 5% dei frutti della contrattazione decentrata, l’ intervento su famiglia e natalità, i 13 miliardi stanziati su Sanità e PA nel prossimo biennio, 2 dei quali in busta paga per compensare la vacanza contrattuale. Sono nostre conquiste, sbagliato non riconoscerle. Poi, certo, ci sono anche le cose che vanno assolutamente cambiate. Sulle pensioni vanno apportati correttivi nelle penalizzazioni su quota 103, sul taglio taglio delle rendite del personale sanitario, dei maestri dei lavoratori degli enti locali. Chiediamo maggiore flessibilità, una pensione di garanzia per i giovani, rafforzare Ape Sociale e Opzione donna. Servono più risorse su sanità, istruzione e pubblico impiego, dove vanno anche sbloccate le assunzioni e la stabilizzazioni del precariato. Invochiamo più forti strumenti contro la povertà, maggiore sostegno alla disabilità e più risorse sulla non autosufficienza.
E sulla nostra proposta di legge sulla partecipazione ormai siamo vicini al traguardo: il 28 novembre depositeremo i moduli che contengono i tanti consensi raccolti tra lavoratori e cittadini. A muoverci è stata la convinzione che la partecipazione dei lavoratori alle scelte e ai profitti d’impresa è la più grande riforma che si possa dare al Paese per organizzare il lavoro in maniera dinamica e flessibile, per elevare salari e produttività, per arginare le delocalizzazioni e pirateria industriale, finanza speculativa, elevando la sicurezza nelle linee produttive e dando un impulso forte a ricerca, innovazione, formazione.