Oms a 7 giorni dall’inizio del conflitto: “Abbiamo documentato 34 attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza dallo scorso sabato che hanno provocato la morte di 11 operatori sanitari in servizio, 16 feriti e danni a 19 strutture sanitarie e 20 ambulanze”. Nuovo appello di Medici senza frontiere: “La violenza indiscriminata e la punizione collettiva devono cessare”.
“Il sistema sanitario nella Striscia di Gaza è a un punto di rottura. Il tempo per prevenire una catastrofe umanitaria sta scadendo se il carburante e le forniture sanitarie e umanitarie salvavita non saranno garantiti con urgenza”. A dirlo è l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) come la situazione già difficile per i ricoverati e i pazienti vulnerabile è resa ancora più critica al continuo arrivo di nuovi feriti a causa degli attacchi aerei in corso sulla Striscia di Gaza.
“La situazione – spiega l’Oms – ha anche gravemente compromesso la fornitura di servizi sanitari essenziali, tra cui l’assistenza ostetrica, quella ai pazienti affetti da malattie non trasmissibili come il cancro e le malattie cardiache ma anche il trattamento delle infezioni comuni, poiché tutte le strutture sanitarie sono costrette a dare priorità alle cure di emergenza salvavita”.
L’Oms tratta anche un bilancio dei danni subiti alle strutture, ai mezzi sanitari e al personale sanitario: “Abbiamo documentato 34 attacchi all’assistenza sanitaria a Gaza dallo scorso sabato che hanno provocato la morte di 11 operatori sanitari in servizio, 16 feriti e danni a 19 strutture sanitarie e 20 ambulanze”. L’Oms chiede la fine delle ostilità e il rispetto della neutralità delle strutture, dei mezzi e del personale sanitario, nonché di tutelare i civili. L’Oms chiede inoltre l’immediata creazione di un corridoio umanitario per garantire l’accesso senza ostacoli alle forniture sanitarie e umanitarie, nonché al personale, e l’evacuazione dei pazienti e dei feriti. “Siamo pronti a inviare immediatamente forniture sanitarie essenziali e di pronto soccorso attraverso il nostro hub logistico a Dubai e a collaborare con i partner per garantire che possano raggiungere la Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah”.
L’OMS comunica che il Ministero della Sanità palestinese considera impraticabile evacuare i pazienti ospedalieri più gravi senza compromettere la loro vita. Alcuni sono gravemente feriti, mentre altri dipendono da macchine di supporto vitale. Spostarli in mezzo alle ostilità implicherebbe un rischio immediato per la loro sopravvivenza.
Continuano gli appellidi Medici Senza Frontiere (Msf: “inorridita dalla brutale uccisione di massa di civili perpetrata da Hamas e dai massicci attacchi a Gaza, in Palestina, ora perseguiti da Israele” e chiede “la cessazione immediata dello spargimento di sangue indiscriminato e della punizione collettiva, quindi la creazione di spazi sicuri e passaggi sicuri affinché le persone possano raggiungerli con urgenza”.
Msf riferisce che circa 2,2 milioni di persone sono attualmente intrappolate nella Striscia di Gaza. “L’assedio imposto dal governo israeliano, compreso il ritiro di cibo, acqua, carburante ed elettricità, è inconcepibile. Dopo 16 anni di blocco militare della Striscia di Gaza, le strutture mediche al suo interno sono già indebolite. Questo assedio non lascia tregua né ai pazienti coinvolti nei combattimenti, né al personale medico”.