Le aspettative degli infermieri per una tredicesima più consistente, grazie all’anticipo contrattuale del Decreto Anticipi, sono state deluse poiché alcune Regioni hanno deciso di non erogare il bonus natalizio previsto dall’articolo 3 del Decreto legge n. 145 del 18 ottobre 2023.
La Regione Puglia ha optato per la distribuzione del bonus in 12 rate mensili a partire da gennaio 2024, invece di erogarlo in un’unica somma a dicembre. Allo stesso modo, per ora, Sardegna, Toscana e Campania hanno scelto di non aderire alla possibilità offerta dal Decreto Anticipi.
Affrontiamo l’anticipo straordinario del rinnovo contrattuale programmato tra il 15 e il 18 dicembre. Questo bonus, finanziato con un cospicuo budget di 2 miliardi di euro, avrebbe dovuto essere accreditato sui conti correnti dei più di 2,5 milioni di impiegati statali, insieme alla consueta tredicesima. Tecnicamente, si tratta del pagamento anticipato dell’indennità di vacanza contrattuale “maggiorata” e moltiplicata per 6,7, risultando in una media di 1.000 euro per gli infermieri.
Il provvedimento ha queste caratteristiche:
riguarda i dipendenti delle amministrazioni statali;
è limitato al solo personale a tempo indeterminato;
ha per destinatari i dipendenti contrattualizzati e non quelli in regime di diritto pubblico.
Il Decreto, però, evidenzia come la legge nazionale non eroghi direttamente il bonus, ma apra alla possibilità che vi provvedano Regioni, enti locali e aziende sanitarie. In altre parole, sono questi ultimi soggetti a decidere, in ragione delle proprie situazioni finanziarie (il comma 3 parla di “oneri a carico dei propri bilanci”), se erogare o meno l’anticipo al personale della sanità pubblica.
Ecco quindi che le Regioni su menzionate hanno deciso di non elargire il contributo. La direzione generale per la Tutela della Salute della Regione Campania, ad esempio, ha comunicato ai manager delle Asl, delle aziende ospedaliere, ad esempio, ha comunicato ai manager delle Asl, delle aziende ospedaliere e universitarie e all’Istituto Pascale che non dovranno erogare gli anticipi contrattuali al personale dipendente a tempo indeterminato, perché comporterebbe “un significativo aggravio del bilancio 2023”, e di limitarsi da gennaio 2024 ad attribuire “la maggiorazione dell’indennità di vacanza contrattuale nella misura prevista dall’articolo 3 del Decreto legge 145/2023”.
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Redazione NurseNews