Walter De Caro, Presidente nazionale CNAI spiega in una lettera perché l’istituzione della figura di “Assistente Infermiere” sarebbe una scelta fallimentare
Le scrivo per esprimere profonda preoccupazione in merito all’approvazione della figura dell‘Assistente Infermiere, avvenuta ieri, 3 ottobre, in Conferenza Stato-Regioni. Tale decisione, adottata nonostante la netta opposizione della stragrande maggioranza delle organizzazioni sindacali, nonché di una consistente parte della comunità associativa, scientifica e professionale infermieristica nazionale e internazionale, inclusa la Federazione Europea degli Infermieri (EFN), non rappresenta una soluzione alla carenza di personale infermieristico, bensì un preoccupante regresso per la qualità dell’assistenza sanitaria.
Il parere dell’associazione europea degli infermieri
L’EFN ha evidenziato come il provvedimento presenti criticità che potrebbero configurare un’infrazione della direttiva europea 2013/55/UE, con potenziali ripercussioni negative sulla qualità assistenziale e la sicurezza dei pazienti, oltre che sulla svalutazione della professione infermieristica. Questa nuova figura professionale, lungi dal risolvere la carenza di organico, genera ambiguità di ruolo e terminologica, rischiando di compromettere la fiducia nel sistema sanitario e non risolverà ma aggraverà secondo alcune proiezioni la piaga del demansionamento.
No alla figura low cost dell’assistente infermiere
Si paventa, inoltre, un’alta probabilità di sostituzione degli infermieri laureati con assistenti infermieri, figura low–cost meno formata e retribuita, con conseguente erosione delle funzioni infermieristiche, offuscamento dei confini professionali, conflitti di ruolo, confusione in termini di responsabilità e aumento del rischio clinico. La scelta di privilegiare un apparente risparmio economico rispetto alla formazione di infermieri laureati, adeguatamente preparati e remunerati, è inaccettabile e potenzialmente lesiva.
A rischio la sicurezza dei pazienti con l’assistente infermiere
Pur riconoscendo l’importanza del supporto all’assistenza, l’elenco delle attività previste per l’Assistente Infermiere suscita perplessità e lascia presagire un’ampia sostituzione degli infermieri. Il continuo rimando alla collaborazione e alla supervisione prefigura, inoltre, numerosi contenziosi. Si teme, infine, un impiego improprio degli assistenti infermieri in attività che eccedono la loro formazione, con evidenti rischi per la sicurezza dei pazienti, come ampiamente documentato in letteratura.
Soluzioni concrete
Invece di investire in figure ibride e potenzialmente pericolose, è necessario puntare su soluzioni concrete e lungimiranti:
Valorizzazione degli infermieri: miglioramento delle condizioni lavorative, consistente incremento retributivo, rimozione concreta dei vincoli alla libera professione e implementazione della pratica infermieristica avanzata con prescrizione farmacologica.
Investimenti nella formazione: incentivi economici per l’accesso ai corsi di laurea, esonero dalle tasse e percorsi retribuiti di transizione università-lavoro.
Consolidamento del ruolo OSS: definizione chiara delle competenze e dei limiti di ciascun ruolo, nel rispetto delle specifiche professionalità.
Dialogo con le componente sociale e scientifico-professionale: un confronto costruttivo con sindacati, associazioni e società scientifiche è imprescindibile per individuare soluzioni efficaci e condivise.
La salute dei cittadini non deve essere sacrificata sull’altare del risparmio
Appare altresì fondamentale che il mondo dell’ordinistica professionale impegnato nelle elezioni in questi giorni, a partire dal livello locale, adottino una postura più attenta alle istanze delle organizzazioni sindacali, scientifico-professionali e della comunità infermieristica.
La salute dei cittadini non può essere sacrificata sull’altare del risparmio, con scelte di questo tipo, operate senza un’adeguata consultazione delle voci contrarie.
Si auspica, in ogni caso, l’avvio di un dialogo costruttivo con tutte le parti coinvolte, per garantire agli infermieri il giusto riconoscimento che sicuramente non è l’istituzione dell’assistente infermiere o con ulteriori lauree magistrali cliniche “vuote”, oltre che un’assistenza sanitaria di qualità e la massima sicurezza dei pazienti.
Walter De Caro Presidente Nazionale CNAI