La questione della prescrizione da parte degli infermieri è tornata al centro di un acceso confronto, evidenziando una netta divisione dopo che il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha proposto di concedere agli infermieri la possibilità di prescrivere trattamenti assistenziali e dispositivi specifici, il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha manifestato un forte disaccordo, lamentando di non essere stato consultato su una questione così sensibile.
Anelli ha messo in evidenza che la prescrizione è un atto che richiede una diagnosi, una competenza esclusiva del medico, riconosciuta dalla legge e acquisita attraverso un rigoroso percorso di studi, che va ben oltre il semplice superamento di esami universitari. Il Presidente della Fnomceo sostiene che, in base alla normativa vigente, tutte le professioni coinvolte dovrebbero essere consultate prima dell’introduzione di nuove competenze. La mancanza di coinvolgimento dei medici in questa discussione è percepita come una grave mancanza di rispetto da parte del Ministero della Salute, specialmente considerando le attuali difficoltà che i medici affrontano nel sostenere il Servizio Sanitario Nazionale.
Il presidente Anelli ha inoltre affermato che, se il provvedimento dovesse attribuire competenze riservate per legge ai medici, la Fnomceo prenderà in considerazione la possibilità di impugnarlo. Questo scontro si colloca in un contesto già delicato, contrassegnato da tensioni riguardo al ruolo sempre più prominente di altre figure sanitarie, come gli infermieri, all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. La questione della prescrizione infermieristica potrebbe quindi riaccendere il conflitto tra le diverse categorie professionali, con conseguenze significative per il futuro delle professioni sanitarie in Italia.
Nel frattempo in Ordine di tempo Il Consiglio dei Ministri spagnolo, su proposta del Ministro della Salute, Alfonso Alonso, ha approvato il 23 ottobre il progetto di Regio Decreto concernente l’indicazione, l’uso e l’autorizzazione di distribuzione dei farmaci e dispositivi medici per uso umano da parte degli infermieri.
La proposta era in discussione dal 2009 e già a marzo aveva avuto un prima via libera dal Consiglio interterritoriale del Ssn spagnolo.. Il provvedimento, in sostanza, autorizza gli infermieri a prescrivere tutti i farmaci attualmente senza obbligo di ricetta medica più una ristretta selezione di medicinali etici, per i quali dovranno essere emanati protocolli e linee guida concordati tra ordini dei medici e della professione infermieristica. La novità, inoltre, comporterà la modifica dei requisiti per l’accreditamento degli infermieri: i professionisti abilitati alla prescrizione, in particolare, dovranno essere in possesso della laurea in infermieristica e, per le cure specialistiche, anche del titolo di infermiere specializzato.
Gli infermieri forniti dei requisiti richiesti, avranno cinque anni di tempo per acquisire le competenze formative necessarie alla prescrizione. Mentre in Italia l’ordine dei medici si oppone ad un naturale e inarrestabile processo evolutivo, Infatti, anche se dovrebbe essere impraticabile in virtù della normativa italiana, da tempo sulle navi militari in cui non è presente un medico, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, gli infermieri che nel loro Paese sono abilitati alla prescrizione di farmaci, in virtù del recepimento di norme comunitarie, esercitano legittimamente tale facoltà e non solo sulle imbarcazioni NATO. Una situazione a cui l’Italia si trova a dover affrontare quando si trova di fronte alla normativa di altri Paesi, all’interno di convenzioni internazionali, che invece riconoscono maggiore autonomia agli infermieri, anche nel campo delle prescrizioni di farmaci e dispositivi medicianche e soprattutto in considerazione del fatto che secondo la vigente normativa, le ricette mediche rilasciate da un professionista sanitario abilitato in un altro Stato membro saranno riconosciute anche in Italia ed i medicinali ivi prescritti o i dispositivi medici saranno dispensati solo se autorizzati al commercio nel nostro Paese. Questo vorrebbe significare che un farmaco prescritto da un infermiere spagnolo in Italia viene regolarmente dispensato.
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