La Politica tende a privilegiare il dialogo con i medici, in particolare con i medici di famiglia, trascurando il ruolo degli infermieri. Questi ultimi, che assistono e vigilano sui pazienti 24 ore su 24, svolgono un compito fondamentale, complementare a quello del medico. Entrambi hanno ruoli diversi ma di pari importanza nella cura del paziente.
Il mancato riconoscimento della figura infermieristica come parte centrale del sistema sanitario nazionale è paradossale. La carenza di infermieri è principalmente dovuta a condizioni di lavoro usuranti, malpagate e prive di gratificazione professionale, che scoraggiano le nuove iscrizioni.
I Politici, fanno finta di non vedere la realtà sanitaria nella sua verità, forse si curano altrove altrimenti in qualunque Ospedale italiano si entra si percepiscono subito le difficoltà degli operatori. La gente oramai ha bisogno di fatti concreti, soprattutto di managerialità certificata dai fatti non da titoli acquisiti, la salute dei cittadini e degli operatori sanitari va tutelata ovunque, come prevede l’articolo 32 della Costituzione Italiana, non si può fare differenza a seconda della regione dove si abita o di quale ceto sociale si appartiene.
Il presidente della XII commissione di Montecitorio, On.le Ugo Cappellacci, ha avviato un’indagine sugli operatori sanitari. Tuttavia, si suggerisce che sia già tardi, poiché esiste già materiale sufficiente per proporre tre punti chiave: 1) l’uscita del personale dal Comparto per garantire autonomia contrattuale; 2) l’obbligo per le Aziende Sanitarie di istituire un ufficio infermieristico guidato da un dirigente infermieristico; 3) il riconoscimento della professione infermieristica come lavoro usurante.
Si auspica che Governo e Parlamento agiscano rapidamente per avviare un nuovo percorso per le Professioni Sanitarie. La Sanità non deve continuare a basarsi su illusioni, poiché la figura infermieristica è in declino in Italia. È fondamentale che infermieri e medici operino nei loro ambiti specifici, interagendo meglio per facilitare il dialogo e migliorare la collaborazione.
Infine, si evidenzia la mancanza di coesione umana e professionale tra i vari operatori sanitari. Recentemente, la creazione della nuova figura di assistente infermiere ha suscitato reazioni, con gli OSS che hanno chiesto di rivedere questa decisione, rivelando un malcontento diffuso.
Non possiamo continuare a vivere in modo individuale o limitati a piccole comunità, poiché ciò può portare a situazioni spiacevoli. È importante affrontare la realtà quotidiana e valorizzare la nostra professione, che subisce molte pressioni, influenzando negativamente sia il lavoro che le relazioni personali. Dobbiamo unirci attorno a un ideale comune per riprendere un percorso fondato sulle tre dimensioni del sapere: sapere, saper fare e saper essere.