L,’infermiera Daniela Poggiali non uccise la pensionata di Ravenna.
Il caso del selfie con il cadavere.
Nessuna responsabilità per la morte dell’anziana ricoverata: ancora assolta, anche nel secondo processo di appello, davanti ai giudici di Bologna, Daniela Poggiali, ex infermiera dell’ospedale di Lugo (Ravenna), accusata di aver ucciso con un’iniezione di potassio Rosa Calderoni, 78 anni, morta l’8 aprile 2014.
Come nel luglio 2017, la Corte di assise di appello, ma in diversa composizione, l’ha giudicata non colpevole, riformando la sentenza all’ergastolo pronunciata a Ravenna nel 2016. Il carcere a vita era stato chiesto anche in mattinata dal rappresentate della pubblica accusa, il pg Luciana Cicerchia. Ma, con diverse formule, la Corte, dopo meno di due ore di camera di consiglio, l’ha assolta sia dall’omicidio che dal peculato per il possesso di potassio.
Nel 2017 uscì dopo 1.003 giorni di carcere, poi però la Corte di Cassazione bocciò l’assoluzione, disponendo un nuovo giudizio di secondo grado. «Per chi sa aspettare, la verità viene fuori, sempre», è stato il commento della donna, dopo la lettura del dispositivo. I giudici hanno inoltre disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare i reati di false dichiarazioni, calunnia e simulazione di reato per alcuni testimoni.
Importantissima, l’assoluzione non è però la fine delle vicende giudiziarie di Poggiali. Dopo il deposito delle motivazioni, potrebbe essere ancora una volta impugnata dalla Procura generale. Inoltre ci sono altri fascicoli: a settembre è prevista l’udienza preliminare che la vede imputata con l’accusa di aver ucciso un suo paziente: in questo caso l’allora datore di lavoro del suo ex compagno.
Davanti alla Corte di assise di Ravenna è invece in corso il processo all’allora primario e caposala, entrambi ora in pensione, del reparto dove lavorava l’infermiera. Sono accusati di omicidio volontario, con dolo eventuale, della paziente Calderoni, per cui è stata appena pronunciata sentenza. Per un paio di altre morti sospette in corsia, per le quali la procura ha chiesto l’archiviazione, è pendente l’opposizione avanzata dai familiari dei defunti.
Il procedimento aperto per vilipendio di cadavere in seguito alle due fotografie che ritraggono Poggiali sorridente coi pollici alzati accanto a una paziente appena morta, è stato archiviato, in quanto, pur nella gravità del fatto, non sono stati ravvisati illeciti penali.
Su altri fronti penali Poggiali ha riportato due condanne, entrambe passate in giudicato, per furti in corsia a degenti o a persone che li assistevano. Da ultimo Poggiali è stata licenziata dall’Ausl Romagna, con sentenza passata in giudicato, proprio per i due scatti: su questo la radiazione, pronunciata dall’ordine ravennate degli infermieri, è stata appellata e ancora pendente.
Redazione NurseNews.eu