Come riportato da Repubblica, L’Università di Palermo ha presentato un esposto alla Polizia di Stato ai fini dell’accertamento e dell’eventuale prevenzione dell’ipotesi di reato. Si spera vivamente che tutte le altre università si adeguino aumentando i controlli.
Manca pochissimo ormai ai famosi test d’ammissione di Medicina, una delle facoltà più ambite dagli studenti universitari e dove è più difficile entrare. Il dramma del test d’ingresso si ripete ciclicamente ogni anno, con volti nuovi e problematiche sempre uguali, ma quest’anno in Sicilia le cose sembrano aver preso una piega da “spy movie”.
Nei giorni scorsi nel capoluogo di regione sarebbero stati venduti centinaia di micro-auricolari spia senza fili, una tendenza che è schizzata fino a far registrare un migliaio di apparecchi andati sold out nel giro di qualche giorno. Il kit, dal costo totale di 250 euro, tramite una scheda Sim nascosta in una collana e un ricevitore nascosto nell’orecchio consente di fare e ricevere chiamate.
Gli apparecchi sarebbero perfetti per ricevere informazioni preziose durante la prova con un non previsto “Aiuto da casa”, come in una trasmissione televisiva, e, se confermata, l’ipotesi porterebbe a invalidare chissà quanti test. Per questo l’Ateneo palermitano è corso ai ripari, presentando un esposto alla Polizia di Stato – Squadra Mobile di Palermo ai fini dell’accertamento e dell’eventuale prevenzione dell’ipotesi di reato. Inoltre, l’Università assicura che verranno potenziati i meccanismi di controllo, al fine di impedire ai “furbetti” del test di poter barare a vantaggio dei loro colleghi.
Redazione
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