Coronavirus, la virologa Capua sottolinea che alcuni ceppi virali potrebbero in futuro causare forme intestinali nei neonati e nei giovani
Il Covd 19 “potrà essere caratterizzato da alcune sorprese che bisognerà gestire e che non siamo in grado di prevedere”. Lo sottolinea la virologa Ilaria Capua,a capo dello One Health Center of Excellence dell’Università della Florida.
La dott.Ssa siamo di fronte a un evento biologico “eccezionale” e lo paragona a “uno sciamo virale che attraversa la popolazione della terra”. Secondo la scienziata, l’aspetto positivo è rappresentato dal fatto che le specie animali più sensibili al virus respiratorio vengono colpiti in modo lieve, in particolare nelle vie aeree superiori come naso e faringe.
La professoressa fa poi un’analisi della possibile evoluzione futura dell’epidemia. “Lo studio comparato mi suggerisce che alcuni ceppi virali potrebbero in futuro causare forme enteriche nei neonati e nei giovani”, precisa l’ex deputata. Quest’ultima aggiunge che più avanti il virus potrebbe colpire anche animali domestici o selvatici. Di sicuro, stando al parere dell’esperta, questo fenomeno “epocale” è diventato “un’onda inarrestabile” e “ci terrà compagnia almeno per qualche altro mese”.
La differenza del coronavirus con le epidemie del passato è la rapidità della diffusione e del contagio del Covid-19. Poi ritorna al passato e dice che “la pandemia influenzale del 2009 H1N1 ‘suina’ è forse la più vicina a quello che stiamo osservando oggi”. Secondo la virologa, però, il precedente più significativo è quello del morbillo, “che deriva dal virus della peste bovina”. Come racconta Capua, quest’ultimo è avanzato pian piano con gli uomini infetti dell’epoca e viaggia da millenni nella popolazione umana. “Il Covid-19 è stato generato dal punto di vista biologico da un fenomeno rarissimo, sostanzialmente non diverso da quello che vi ho raccontato – prosegue la virologa in un commento sul Corriere della Sera – ma il nostro coronavirus però è divenuto pandemico nel giro di qualche mese”.
La virologa precisa che il coronavirus deriva non solo dal traffico aereo in quanto bisogna considerare anche le megalopoli, che hanno distrutto ecosistemi creando situazioni di grande disparità nel rapporto tra uomo e animale. Secondo l’esperta, questa emergenza “affonda le radici in fenomeni biologici” ed è un evento che ha turbato le nostre vite ma “in un pianeta globalizzato, interconnesso ed interdipendente – conclude -, è chiaro che i fenomeni epidemici possono sfuggire di mano”.
Redazione