Una dottoressa in prima linea: i politici hanno distrutto con i tagli il sistema sanitario Nazionale.
Gent.mo Direttore Perrino,
“Lettera aperta ai politici ed ai cittadini”. In questi giorni ho avuto modo di condividere con numerosi colleghi di varie specialità e di diverse Regioni alcune considerazioni riguardo i ‘falsi ringraziamenti’ e la solidarietà di rito espressa da numerosi politici italiani.
Quegli stessi politici che, all’inizio di questa emergenza, dopo aver insultato i medici di Codogno ed altri colleghi di ospedali veneti, accusandoli ingiustamente di non aver rispettato i protocolli governativi, ora si affannano a sperticate lodi, sempre in favore di telecamere. A certi politici vorremmo dire: ‘Risparmiateci le banalità ed una insulsa diarrea verbale e stitichezza concettuale’ (come affermava Marco Tullio Cicerone).
Fino a ieri, politici ed economisti ci insegnavano che, per impellenti esigenze di riduzione del debito pubblico, si dovevano chiudere reparti, ospedali, bloccare le assunzioni quando, nonostante queste cure draconiane, il debito aumentava a dismisura .Dopo decenni di politica sanitaria scellerata basata esclusivamente sui tagli, solo ora, certi politici si accorgono che mancano posti letto, mancano macchinari, manca personale sanitario?
Ora, in virtù di quelle scelte bislacche, l’Italia ha 3.4 posti letto per mille abitanti ampiamente sotto la soglia per una assistenza adeguata.Avete bloccato i concorsi dei medici specialistici, degli infermieri, quando vi siete resi conto che il Medico non è più una professione ambita per vari motivi (retribuzioni inadeguate all’impegno, alle responsabilità ed ai rischi professionali; inadeguata tutela sociale, prima ancora che legale degli operatori sanitari, etc.), che molti di noi preferiscono migrare all’estero e che i concorsi per ricoprire i posti vacanti nei Pronto soccorso vanno deserti, ora cosa fate?Ora correte ai ripari, con qualche mezzuccio, cercando di modificare il contratto di lavoro, dopo che per decenni avete favorito la cultura del precariato e dello sfruttamento intensivo della professione sanitaria (medici, infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di laboratorio, farmacisti, biologi) e ci avete trattato e umiliato come tanti servi della gleba, a cui tutto può essere imposto (turni massacranti, mancato riposo, ferie non godute). Avete seminato vento ed ora raccogliete tempesta.+
Confidiamo che i cittadini capiscano finalmente a chi imputare la responsabilità di questa drammatica situazione e che il sistema sanitario nazionale si è retto solo ed esclusivamente grazie all’abnegazione del personale sanitario.Ai cittadini italiani che oggi si associano ai ringraziamenti dei politici, vogliamo invece ricordare che noi siamo sempre gli stessi che vengono aggrediti nei vari pronto soccorso italici.Siamo sempre gli stessi che alcuni ‘pennivendoli’ sbattono inesorabilmente in prima pagina, per qualsiasi motivo, prima ancora di conoscere la dinamica dei fatti.Siamo sempre gli stessi che vengono denigrati perché non adeguatamente aggiornati, mentre voi cittadini avete studiato alla autorevole ‘Google University’.Siamo sempre gli stessi a cui distruggete le ambulanze perché, a vostro parere, siamo arrivati in ritardo.Siamo sempre gli stessi che vengono uccisi di notte davanti all’ingresso di un ambulatorio o stuprate durante un turno di Guardia medica, in un paese sperduto dell’entroterra.A tutti voi, politici e cittadini chiedo: perché e soprattutto per cosa ci ringraziate ?
Forse perché nessuno di voi sarebbe disposto a fare quello che noi facciamo, per libera scelta, quotidianamente?Ci ringraziate perché oggi avete paura, paura di ammalarvi e non essere curati, paura di morire senza assistenza, paura di non trovare un letto in una terapia intensiva, di non trovare un anestesista, uno pneumologo, un internista che vi guarisca dal Coronavirus ?Una volta spenti i riflettori e calato il sipario di questa sventurata ribalta epidemica, quello che auspicheremmo è unicamente un minimo di rispetto per noi sanitari e per la nostra professione; non falsi ringraziamenti o solidarietà di rito, ma solo rispetto e comprensione.Comprendeteci e rispettateci, questo basterebbe per farci capire che avete capito”.
Dr.ssa Mirka Cocconcelli
Affaritaliani
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