sindrome da scuotimento o “shaken baby syndrome” di Luisa Perego
Si chiama sindrome del bambino scosso o sindrome da scuotimento. Può nascere da una sensazione di rabbia, esasperazione e impotenza davanti al pianto inconsolabile di un neonato e che può portare a perdere il controllo e scuoterlo con violenza, nel tentativo di farlo smettere. “Questa azione può provocare danni devastanti” spiega Edvige Veneselli direttore dell’UOC Neuropsichiatria del Gaslini.
Un pianto inconsolabile, l’esasperazione dei genitori o di chi si prende cura di lui. Una sensazione di rabbia, impotenza. Emozioni messe insieme che possono portare alla perdita di controllo e a scuotere con violenza il neonato, nel tentativo di farlo smettere di piangere.
Si chiama sindrome da scuotimento, oggi il termine più corretto scelto dai medici è Abusive Head Trauma, ed è un trauma cranico non accidentale, provocato al neonato in un momento di esasperazione da una persona che lo sta accudendo.
“Quest’azione provoca danni devastanti: a causa della fragilità del cervello del bambino molto piccolo, questo gesto può provocare un importante danno cerebrale, che può mettere a rischio la vita. Nel 50% dei casi lo scuotimento può associarsi a disabilità permanente, nel 30% a morte del neonato” spiega Edvige Veneselli direttore dell’UOC Neuropsichiatria dell’Istituto Gaslini di Genova.
La sindrome da scuotimento, o “shaken baby syndrome” è un’azione che può essere messa in pratica da chiunque. Un maltrattamento (perché proprio di abuso stiamo parlando) “trasversale” che coinvolge famiglie di diversa appartenenza economica e culturale e genitori le cui caratteristiche psicologiche non necessariamente rientrano in quadri psicopatologici definiti. Spesso colpisce proprio i bambini più fragili, come i neonati pretermine (più a rischio perché più irrequieti, più soggetti a pianti prolungati e inconsolabili) o i portatori di handicap.
La varietà della tipologia delle lesioni dei bimbi vittime di questa sindrome è differente e non sempre per gli esperti è facile distinguere questo tipo di lesioni causati da danni non accidentali. Sono lesioni multiple e di difficili interpretazione. I bimbi che hanno riportato un trauma cranico non accidentale hanno più spesso emorragie, emorragie retiniche, lesioni cutanee, scheletriche e viscerali associate.
La sindrome da scuotimento (SBS) è stata descritta nel 1946 e codificata negli anni ’70 per spiegare l’associazione di ematoma subdurale (SDH), emorragie retiniche (RH) e segni neurologici (la cosiddetta “triade”) nel neonato in assenza di altri segni di maltrattamento (lesioni cutanee, fratture ect) o di altre patologie. Questa diagnosi, che in pratica permetteva di formulare una diagnosi in casi che altrimenti non trovavano una giustificazione ha trovato entusiasti sostenitori tra i pediatri, neurochirurgi infantili ect e su questa diagnosi è andato formandosi (pilotato dalle perizie di “esperti”) un bagaglio giurisdizionale
Dopo il 2000, con l’affermarsi della Medicina basata sulle evidenze, la reale esistenza della SDS è stata messa in dubbio. Review della letteratura hanno evidenziato la debolezza e l’inconsistenza scientifica dei lavori che hanno descritto la sindrome; studi di biomeccanica ne hanno messo in dubbio i fondamentali e studi clinici prospettici hanno dimostrato come le lesioni cerebrali e retiniche descritte nella sindrome siano frequenti (26-40%) anche nei nati da parto vaginale non complicato e siano da mettere in relazione con il trauma da parto. Purtroppo queste lesioni da parto, che generalmente si risolvono apparentemente senza conseguenze, talora possono evolvere in ematoma cerebrale cronico con successivi sanguinamenti dando quadri neurologici acuti. In questi casi il non pensare all’evoluzione di un ematoma cerebrale perinatale ma rifugiarsi nella comoda diagnosi di SBS può condurre ad una erronea diagnosi di abuso sul bambino con effetti devastanti per le famiglie e per il bambino stesso che si dichiara di voler proteggere.
Il fatto che ancor oggi, pur in presenza di di dati della letteratura probanti, la medicina pediatrica consideri un “dogma” la SBS dimostra quanto difficile sia anche nell’era della medicina basta sulle evidenze rimuovere preconcetti e credenze invalse nel tempo quando sopratutto si associano a reazioni emotive quali un abuso su minore è in grado di suscitare. Solo se manterremo una mente critica e aperta alle nuove conoscenze potremo rimuovere preconcetti e credenze. Se non sapremo farlo eserciteremo una Medicina non dissimile da quella dei nostri predecessori che consideravano il salasso la panacea di tutti i mali (uccidendo però i pazienti che credevano di curare).