29/08/2015 – Richiesta ufficiale della Federazione Ipasvi su cui concorda il ministero della Salute a Interni e Difesa per avviare il tavolo tecnico di confronto per risolvere differenze e sperequazioni tra gli oltre 280mila professionisti dipendenti del Servizio sanitario nazionale e i circa 1500-2000 con le stellette
Infermieri militari e della Polizia di Stato: è ora di voltare pagina.
La Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi ha inviato al ministero Salute la richiesta ufficiale di costituire un tavolo tecnico con i dicasteri Difesa e Interni per risolvere differenze e sperequazioni tra gli oltre 280mila professionisti dipendenti del Servizio sanitario nazionale e i circa 1500-2000 con le stellette.
Prima della pausa estiva, il ministero della Salute ha concordato con la Federazione di trasmettere la richiesta alle direzioni generali competenti degli altri dicasteri: l’attivazione del tavolo tecnico assume, ora, un profilo di maggiore urgenza, viste le numerose ipotesi di convenzione tra infermieri militari e Regioni, perché questi collaborino con le strutture del Ssn e si integrino in caso di necessità.
Ultima proposta in questo senso, quella, vicina alla conclusione, tra lo stesso ministero della Difesa, Roberta Pinotti e il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini: una prova di integrazione tra medici e infermieri militari e strutture del Ssn che, se funzionerà, sarebbe intenzione di ministero e Regione mantenere a regime.
Idea che tuttavia rischia di perdersi sulla stessa strada percorsa dagli accordi “dual use” stipulati ad agosto 2013 dall’Ammiraglio Andrea Toscano, comandante del Dipartimento militare marittimo dell’Alto Tirreno e Gianfranco Conzi, direttore generale dell’Asl 5 di La Spezia nell’ambito di un progetto di scambio reciproco di professionalità per il miglioramento dell’erogazione di servizi sanitari a favore del personale militare e della popolazione civile. Gli accordi sono falliti perché gli infermieri militari non essendo tutti iscritti ai Collegi come prescrive la legge non possono operare al di fuori delle strutture militari. Problema che tuttavia non riguarda i medici con le stellette: questi, pur essendo alle dipendenze dell’amministrazione militare, possono liberamente esercitare la professione anche fuori dalle mura delle caserme e sono regolarmente iscritti all’Ordine professionale come i loro colleghi dipendenti del Ssn.
Perché l’integrazione e la collaborazione siano possibili quindi, scrive l’Ipasvi ai ministeri, è necessario cambiare alcune regole, applicare leggi dello Stato che, per gli infermieri militari, sembrano non avere lo stesso valore di quello dato alle altre professioni intellettuali e, soprattutto, mettere i professionisti sullo stesso piano, ovunque questi lavorino.
Attualmente infatti, sottolinea l’Ipasvi, gli infermieri delle Forze armate e quelli della Polizia di Stato sono discriminati rispetto ai colleghi dipendenti del Servizio sanitario nazionale per la non applicazione alle loro situazioni occupazionali delle leggi più favorevoli approvate negli ultimi quindici anni per gli infermieri dipendenti della pubblica amministrazione