H19:30 ennesimo turno, solito rituale:
Tuta, ffp3, cerotti per far aderire nel miglior modo possibile la mascherina, cuffia chirurgica, 3 paia di guanti, visiera e stivali, ancora una volta sono rimasti solo gli occhi per comunicare, nulla è più come prima da mesi ormai e per quanto mi riguarda non so se mai più lo sarà (anche quando tutto questo sarà finito!).
Passaggio delle consegne e si inizia con il giro parametri.
Al letto n.1 c’è il Sign. Giovanni.
È qui da noi da un paio di giorni, abbiamo provato di tutto con lui, ma niente nessun margine di miglioramento.
Mi avvicino, per misurare la pressione,gli tocco la mano ed è fredda.
Incrocio i suoi occhi. Sono colmi di lacrime e paura. Provo un senso di angoscia.
Mi guardo intorno,il reparto è pieno .
I suoi occhi non mi mollano li sento addosso come un fardello, vedo il terrore in quegli occhi. Uno sguardo che accomuna un po’ tutti i pazienti in quella stanza.
Gli chiedo se ha freddo e lui annuisce.
Il monitor inizia a suonare, per fortuna è un artefatto, cambio gli elettrodi scollati, sistemo i fili aggrovigliati del monitoraggio cardiaco,riposiziono il saturimetro, sposto i deflussori, riposiziono il letto e azzero la pressione arteriosa cruenta…quanti fili in quel letto, è un caos capire dove iniziano e dove finiscono.
Gli sistemo il camice,le lenzuola , le coperte e il cuscino.
“Va meglio ora?”, annuisce.
Controllo la saturazione, non è per niente brillante, l’ega del pomeriggio era pessimo, tra un po’ scenderanno i medici della rianimazione per una consulenza, molto probabilmente verrà intubato.
“Ha ancora freddo?”, mi fa cenno col capo di no.
Non riesce a parlare, ha la Total Face sul viso, sta facendo un ciclo di Niv.
Mi segno la FiO2 , controllo che non ci siano perdite e trascrivo il resto dei parametri.
Tra i capelli arruffati ha una ragnatela di cinturini che partono dalla nuca e ancorano la maschera al viso sono stretti nel miglior modo possibile, devono stare stretti! meno perdite compaiono nel monitor ,più efficace sarà la ventilazione.
Ma a lui giustamente danno tanto fastidio.
Sotto il mento e nel naso iniziano a formarsi delle piaghette a causa della pressione.
Ad un certo punto prova a dirmi qualcosa, non riesco a sentirlo bene,credo di capire “toglimi la maschera,basta” , non vuole più farsi ventilare! “Non posso Signor Giovanni, se la tolgo non respira”.
Il Pz fa un’espressione di resa, chiude gli occhi e si abbandona.
“Signor Giovanni non si arrenda! ce la deve fare! Ce la dobbiamo fare!” Lui riapre gli occhi, mi guarda, uno sguardo che mi trapassa visiera, tuta, divisa e cuore…mi stringe forte la mano ma non riesce a dire neanche una parola!
Gli occhi mi si riempiono di lacrime…”ma come si fa a sopportare tutto questo, da soli! senza un abbraccio,una carezza, senza il sostegno delle persone a noi care”.
Mi sento sempre più vulnerabile, più stanca, questo virus lo sento sempre più vicino. Sono sempre più convinta che prenderà anche noi!
Mi blocco subito, VIETATO MOLLARE : se io crollo , se i miei colleghi crollano, chi rimane in questo caos?
È stata dura la prima ondata. Questa lo è ancora di più.
Mi devo riprendere. Devo continuare a lavorare, non posso permettermi una debolezza del genere.
Chi sta lì ha bisogno della nostra parte migliore! Non possiamo permetterci errori!
“Signor Giovanni provi a riposarsi un po’, per qualsiasi cosa, io sarò qui con lei tutta la notte”. Lui mi fa cenno di sì e chiude gli occhi.
Gli lascio la mano, tolgo i guanti, mi igienizzo quelli che ho sotto e ne rimetto un altro paio..e vado avanti…con la speranza di rivederlo al turno successivo !
“Riflettete sull’importanza delle mascherine, delle distanze, dei limiti e di tutto quello che ora siamo costretti a sopportare.
Non fatelo per me…per noi.Ma per i nostri pazienti che sono il padre, la madre, il fratello, il nonno di qualcuno…sono i vostri e i nostri cari.
E tutto questo non lo meritano.
Nessuno lo merita!”
Agata Guglielmino
Infermiera
San Marco – Rewind.
NurseNews. Eu