Il processo di modernizzazione della sanità ha cambiato in modo sostanziale il rapporto fra Medico ed Infermiere. Queste due figure professionali, preminenti nella cura e nell’assistenza al paziente, sono identificati da quest’ultimo come essenziali punti di riferimento tanto da distinguere entrambi rispetto a tutte le altre categorie sanitari
Prima di affrontare l’argomento “gerarchià” è opportuno stabilire le definizioni lessicali dei termini coinvolti, cosi come ha per esempio operato il D.L. 8 Aprile 2003 n.66. Secondo la lingua Italiana (Dizionari Treccani e il Sabatini Colett) possiamo comprendere che il termine “Soggiacere” al potere – dal lat subiacere propr giacere sotto; comp, di sub sotto e iacere giacere – significa stare, essere posto al di sotto, essere sottomesso, obbedire, essere sopraffatto, soccombere, piegarsi a qualcuno o a qualcosa.
Il lavoro in team tra medico ed infermiere, ognuno con il suo ruolo e con la sua autonomia, permetterà di sviluppare qualità e sicurezza delle cure e dell’assistenza ed anche contribuirà alla sostenibilità economica .Cerchiamo di spiegare questi concetti ai medci che ancora non li hanno ben compresi( fatto salvo ovviamente le dovute eccezioni.) e soprattutto ai cittadini che anche loro non hanno capito il nostro ruolo in sanità, siamo ancora un paese incivile ed incolto per quanto riguarda l’Assistenza in Ospedale e nel territorio
Deve essere chiaro, in altre parole, che si discute di due ambiti distinti e specifici, ognuno con una propria dignità professionale e scientifica, dove il curare e il prendersi cura devono essere prerogativa di professionisti differenti che, pur integrandosi tra loro, mantengono sempre inalterate le loro sfere di autonomia professionale. Deve emergere, allora, il significato dell’essenza della professione infermieristica, ancora oggi troppo spesso confusa e scambiata per una professione ausiliaria al medico. Le leggi parlano chiaro: le attività sono distinte e autonome, dove l’infermiere non è l’esecutore di atti decisi da altri, ma è il responsabile, tra le altre e a titolo esemplificativo, dell’identificazione dei bisogni di assistenza infermieristica e della ricerca degli strumenti, dei metodi delle competenze e delle tecniche tese a fornire una risposta a tali bisogni.
La figura del Medico è ovviamente presente sin dagli albori della cultura e della pratica medica: responsabile della conservazione della diagnosi, della prevenzione e della prescrizione della terapia farmacologica, ha consolidato il suo status sociale a partire dal XIX secolo con l’instaurarsi della medicina clinica.
Alcuni medici rivendicato ancora oggi una superiorità funzionale nei confronti delle altre professioni sanitarie ed in particolare sugli infermieri perché un tempo lontano erano considerati, dei sottoposti, ma anche degli esecutori, in un certo senso non considerando che Molteplici normative e numerose riforme del sistema sanitario e universitario hanno progressivamente cambiato nel tempo – di fatto e nei diritti – i rapporti fra medico le professioni sanitarie.
Non si vuole, qui, ricordare solamente la trasformazione delle scuole professionalizzanti delle professioni sanitarie in corsi di laurea, ma anche e soprattutto l’evoluzione e la maturazione di una figura professionale – quale quella dell’Infermiere – che, da mero esecutore di atti, è andato assumendo nel corso dei decenni una propria peculiare competenza nel trattamento dei pazienti. In altre parole, l’Infermiere che prima svolgeva mansioni suddivise in tre categorie sostanziali (in autonomia, dietro prescrizione, sotto il controllo medico) adesso partecipa al percorso clinico con interventi attivi, con cognizione delle cause e degli effetti e, infine, con sempre maggiore consapevolezza. Nel corso degli anni, si è progressivamente adeguato al cambiamento dello sviluppo scientifico come delle relative conoscenze, delineandosi il nuovo profilo dell’infermiere quale professionista pienamente responsabile e autonomo. Dalla legge 42 del 1992 al decreto 739 del 1994 i quali, insieme e non per ultimo al Codice Deontologico, Successivamente, la legge 8 Agosto 2000, n.251 manifesta in maniera esplicita il principio dell’auto-nomia professionale delle varie professioni sanitarie, tra cui ovviamente quella infermieristica, stabilendo come le attività professionale mediante l’utilizzo di metodologie di pianificazioni dell’assistenza .Inoltre, e ciò dimostra come sia proprio il legislatore a coler su-perare completamente il concetto di “dipendenza funzionale” dell’infermiere rispetto al medico, Non vi è dubbio, quindi, che il rapporto fra Medico ed Infermiere deve essere improntato da una collaborazione sempre più stretta e di rispetto reciproco – pur nei rispettivi ruoli istituzionali e di autonomia – che vede il medico e l’infermiere come elementi cardine attorno al quale e con il quale designare e costruire il piano assistenziale ed il percorso clinico.
Dott. Magistrale
Fabrizio Nigito