Davvero singolare che in tutti i Paesi NATO gli Infermieri militari siano Ufficiali, mentre in Italia, sebbene laureati ed esercenti una professione sanitaria autonoma, siano subordinati anche agli Ufficiali che non sono mai riusciti a laurearsi in medicina, facendo “sprecare” soldi allo Stato!
E’ il sistema delle “gerarchie inverse” dove lo slogan “professionalizziamo le forze armate” si scontra con la dura realtà della sanità militare italiana: ex matricole universitarie, i cosiddetti medici mancati, che svolgono incarichi imprecisati con i gradi di Ufficiale sanitario grazie ad un concorso vinto ma soprattutto grazie ad un corso non superato.
Ma se le Forze armate italiane e i politici non sono ancora convinte di porre urgente rimedio a questa triste storia del “professionalmente assurdo”, ci pensa la magistratura…qualcosa infatti forse potrebbe iniziare a cambiare a seguito della recente sentenza emessa dalla Corte dei conti – Sezione giurisdizionale per la Regione Toscana, che ha condannato uno di questi Ufficiali della Marina militare per aver fatto “sprecare” soldi allo Stato.
“Con atto di citazione del 23 aprile 2015 il Procuratore regionale della Corte dei conti per la Toscana ha promosso azione di responsabilità nei confronti del militare in servizio nella Marina militare, con il grado di sottotenente di vascello, in quanto ritenuto responsabile di un danno arrecato all’amministrazione di appartenenza quantificato in euro 10.754,11 oltre interessi e spese di giudizio” si legge nella sentenza.
Nella ricostruzione del disastroso percorso universitario dell’Ufficiale aspirante medico della Marina militare, la Corte dei conti ha contestato al militare in questione di aver “rilasciato dichiarazioni non veritiere circa il proprio corso scolastico, al fine di prorogare il periodo di frequentazione dell’università di Pisa, con conseguente posticipazione del proprio impiego operativo nella forza armata per il completamento della ferma obbligatoria. Ed è proprio tale mancato impiego operativo, realizzatosi con la concessione di una proroga ulteriore, non meritevole, stante l’assenza del superamento di alcun esame, ha cagionato il nocumento erariale, consistito nella corresponsione dei gia’ ricordati indebiti ratei stipendiali nel periodo calcolato a far data 28 maggio e fino al 4 novembre 2013”.
Ciò che ad oggi non è ancora chiaro è se, all’interno della complessa organizzazione della Marina militare, qualcuno, a seguito di un tempestivo, quanto banale, controllo delle informazioni rese dall’Ufficiale in questione, avesse potuto prevenire il danno erariale, così come non è chiaro se l’Ufficiale, recentemente condannato dalla Corte dei conti sia stato trasferito d’autorità, percependo così ulteriori fondi dello Stato rispetto a quelli conteggiati in sentenza.
Oltre ai succitati interrogativi, per i quali si spera di ottenere risposte, ciò che la Marina militare dovrebbe chiarire è se esistono, oltre all’Ufficiale recentemente condannato, altri Ufficiali del corpo sanitario che non sono riusciti a laurearsi in medicina, in quali mansioni questi ultimi vengono impiegati e, soprattutto, come mai continuano ad essere inquadrati quali superiori gerarchici rispetto al personale laureato in infermieristica, pur non potendo esercitare alcuna professione sanitaria.
ALLEGATI
Sentenza Corte dei Conti – Sezione giurisdizionale Regione Toscana
Redazione NurseNews. Eu
Fonte Nurse times