di ANTONIO FRASCHILLA
ore 13.59 del 6 ottobre 2015 Davanti ai giudici contabili gli assessori Baccei e Gucciardi insieme al ragioniere generale e altri dirigenti. Gucciardi: “Le assunzioni si faranno, non siamo più Regione canaglia”. Il responsabile dell’Economia: “In atto grave crisi di liquidità, subito stop alla spesa”
Si sono concluse davanti alla Corte dei conti le audizioni di dirigenti e assessori della Regione siciliana convocati dal Presidente Maurizio Graffeo, per procedere alla verifica dello stato dei conti pubblici della Regione prima della chiusura dell’esercizio finanziario 2015. La Corte dei conti ha deciso di convocare a sezioni riunite l’assessore all’economia Alessandro Baccei, l’assessore alla Salute Baldo Gucciardi, il ragioniere generale della Regione Salvatore Sammartano, e i dirigenti generali della Programmazione, Vincenzo Falgares, dell’Agricoltura, Giovanni Bologna e della Formazione, Gianni Silvia, cioè i responsabili dell’impiego dei fondi europei. Dai rilievi fatti dalla Corte dei Conti potrebbe derivare anche un aggiustamento dei documenti finanziari. Prima delle audizioni gli assessori Baccei e Gucciardi, interpellati dai giornalisti, non hanno voluto commentare le audizioni.
Al centro della audizione lo stato dei conti regionali: si parla di un ammanco da 400 milioni di euro. Ma, soprattutto, i giudici chiederanno, “se risponde al vero quanto letto su giornali riguardo alle 5 mila assunzioni nella Sanita’” che sarebbero non sostenibili economicamente dalla Sicilia: “Siamo ancora in vigenza di un piano di rientro”, dicono dalla Corte dei conti, “e queste nuove assunzioni non sembrano avere la copertura necessaria, anche perché con l’ex assessore Lucia Borsellino era stato concordato un percorso per poche assunzioni mirate nel campo dell’emergenza-urgenza”.
“Nella Sanità non siamo più una regione canaglia, come eravamo in passato, ormai siamo tra le prime dieci regioni d’Italia”. Lo ha detto l’assessore alla Sanità della Sicilia, Baldo Gucciardi, prima di lasciare la Corte dei conti. In particolare, è stato affrontato il nodo delle assunzioni nell’ambiente sanitario in Sicilia. “Sono grato alla Corte dei conti che ci ha dato la possibilità di puntualizzare e chiarire gli aspetti sulle assunzioni – dice Gucciardi conversando con i giornalisti – per cui ogni assunzione potrà essere fatta solo nel rispetto dei limiti previsti dalla legge”. “Le assunzioni – aggiunge – si fanno nei limiti del tetto di spesa del personale che è fisso e che è contenuto nelle linee guida. L’ho detto con chiarezza e mi auguro che le procedure tra Assessorato alla Salute e le aziende sanitarie siano sempre spedite, non c’è alcun ostacolo che deriva dall’audizione”. Ma non si sbilancia sul numero di assunzioni: “C’è stato un toto-assunzioni, ma tra stabilizzazioni, cioè la trasformazione di contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato, eliminando la precarietà, le mobilità e le nuove assunzioni, saranno un migliaio”. “Penso che una cifra più precisa la potremo dare tra un paio di settimane”, spiega ancora. E ricorda che il decreto Balduzzi, con il Governo Monti, “aveva bloccato nel 2012 tutte le assunzioni”. Poi ribadisce che la Regione “non ha più il problema dei conti della Sanità, dal 2007, quando eravamo tra le regioni canaglia, è cambiato molto e oggi siamo tra i primi in Italia. Nel 2014 il Ministero della Salute ha certificato 29,3 milioni di euro di avanzo di amministrazione, quindi i conti sono in perfetto equilibrio e il monitoraggio della spesa è continuo. Ringrazio la Corte dei conti per averci sentito per avere potuto fare un po’ di chiarezza”.
Molto preoccupato Baccei: “La Regione siciliana versa in una grave crisi di liquidità, e oggi l’ho ribadito alla Corte dei conti – dice – avevo già lanciato un grido di dolore in aula, nei giorni scorsi – dice Baccei – anche per responsabilizzare sia l’Ars che i miei colleghi assessori, perché c’è un andamento delle entrate che non è buono. E non perché io abbia previsto male il 2014, visto che sono arrivato solo a fine del 2013 ma, perché c’è una contrazione dell’Irap, che è prevista dallo Stato e non da noi, inoltre sull’Irpef c’è minor gettito e una minore entrate sull’Iva dovuta allo split payment. Tutto insieme fa 500 milioni in meno circa”.
“La Corte dei conti è giustamente molto sensibile al problema – aggiunge Baccei – abbiamo condiviso le criticità, ora vedremo di proporre una soluzione per bloccare la spesa, ma senza intaccare pagamenti e stipendi di lavoratori. Cercheremo una soluzione che dia un messaggio valido per quest’anno, ma di forte criticità per il 2016, quando non potremo usare i 700 milioni del Cipe. La Corte condivide la nostra grande preoccupazione”. E sui tempi della crisi di liquidità Baccei spiega: “già c’è, tra l’altro il Governo ha cominciato a bloccarci le entrate finché non ci sarà la delibera del Cipe