Secondo gli studi condotti dall’American Cancer Society e dall’International Agency for Research on Cancer il 20% della popolazione mondiale svilupperà sicuramente un tumore nel corso della propria vita, nel 2019 questo “mostro” ha colpito circa 19,3 milioni di persone, con un numero di decessi che si attesta intorno ai 10 milioni, tali numeri però potrebbero anche subire delle variazioni al rialzo se consideriamo il fatto che derivano da dati raccolti durante il periodo della pandemia causata dal Covid-19, periodo durante il quale i test di screening per varie patologie e non solo per quelle tumorali si sono ridotti drasticamente. I numeri anche in Italia risultano allarmanti, nel 2020 infatti secondi i dati fornitici da AIOM e AIRTUM sono stati diagnosticati circa 377 mila tumori, di cui 195 mila hanno colpito il sesso maschile e 182 mila quello femminile. Alla luce dei dati raccolti si può affermare con certezza che nonostante esami diagnostici all’avanguardia e terapie sempre più efficaci e mirate la popolazione continua a morire giorno dopo giorno.
Qual’ è quindi la strada da seguire per combattere l’insorgenza di patologie tumorali nella società odierna?
La risposta sembra quasi scontata, investire sulla prevenzione, proprio su quest’ultima si basa il protocollo Helixafe presentato alla consensus conference “Nuovo approccio alla prevenzione dei tumori” tenutasi l’ 11 Ottobre presso il senato della repubblica a Roma, questo modello tutto italiano sviluppato dall’Università Tor Vergata di Roma in collaborazione con l’ospedale San Raffaele di Milano , definito dalla comunità scientifica come il più innovativo al mondo punta ad intervenire sul “non tumore” utilizzando la prevenzione come arma principale per sconfiggerlo sul nascere. Secondo questo modello promosso dal Bioscience Institute andando ad intercettare l’ instabilità genomica ed altri fattori correlati all’ insorgenza di tumori si va a ridurre al minimo la possibilità che la popolazione mondiale possa svilupparli. Per rendere operativo tale modello basterà sottoporsi a quattro semplici esami, ognuno dei quali monitora un possibile fattore di rischio per l’insorgenza di tumori, gli esami da eseguire sono i seguenti:
HELIXAFE : test che deve essere eseguito a cadenza annuale che tende ad effettuare il monitoraggio delle mutazioni somatiche al fine di mantenere quella stabilità genomica che se venisse a mancare porterebbe allo sviluppo del tumore
IMMUNEBALANCE : test che permette di intercettare i primi segnali dell’ indebolimento del sistema immunitario legati all’ età
CYTOBALANCE : test che permette di individuare la presenza di infiammazione cronica, condizione che può anche essere asintomatica, ma che contribuisce all’ insorgenza di patologie varie tra le quali troviamo anche i tumori
MICROBALANCE : test che analizza il microbioma intestinale e vaginale, l’associazione tra microbiota, infiammazione e disordini del sistema immunitario infatti rappresenta uno dei fattori di rischio principali per lo sviluppo di tumori sia a livello locale che sistemico
Questo modello sarà la svolta ? Lo spera il mondo e la comunità scientifica.