Sui posti di lavoro, sono tanti i casi che dimostrano come si possa incorrere in fenomeni dannosi per la salute. Un esempio è il Burnout, che letteralmente significa “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato”. Tale sindrome da stress cronico, vissuta in special modo in questi anni di emergenza, è stata riportata dai componenti del personale sanitario coinvolto a dover sostenere turni massacranti durante la pandemia.
Un’indagine di Healt Insurance condotta nel 2019 ha rilevato l’incidenza dei tumori insorti sul posto di lavoro.
Secondo i dati emersi , in Francia, vi è stato un incremento annuo di circa 1840, facendo più che triplicare il numero di tumori sul posto di lavoro negli ultimi vent’anni. Recentemente, proprio in Francia, è stata emessa una sentenza storica, grazie alla quale un’infermiera di 61 anni ,ha potuto richiedere un risarcimento all’assicurazione sanitaria proprio per essersi ammalata sul posto di lavoro.
DOPO 14 ANNI DI BATTAGLIE SINDACALI, IL CONSIGLIO DEI MEDICI DÀ RAGIONE ALL’INFERMIERA MALATA DI TUMORE : iL LAVORO NOTTURNO AUMENTA IL RISCHIO
Durante i suoi 28 anni trascorsi nei diversi reparti ,dove all’epoca l’infermiera, oggi 61enne, prestava servizio, ha trascorso 873 turni di lavoro notturno. Nel 2009, all’età di 48 anni, appena prima di venire a conoscenza del suo cancro al seno, ha chiesto all’ospedale di lavorare soltanto di giorno. A distanza di 14 anni, una sentenza del Consiglio dei Medici, ha stabilito il nesso diretto tra il numero di ore lavorative svolte nei turni notturni e la patologia contratta dall’infermiera. Una lunga battaglia sindacale in precedenza negata ad altre due sue colleghe.
Tale battaglia, ha visto il sostegno di altre due donne: Brigitte Clément e Josiane Clavelin. Quest’ultima, ex infermiera, ha dichiarato : “ho lavorato in pediatria, un servizio di pronto soccorso, e regolarmente un radiologo entrava nella stanza per fare i raggi x, con le conseguenze che questo può avere. Allo stesso tempo, ho notato che emergevano molti più tumori al seno nel personale infermieristico che lavorava turni notturni”.
Solo grazie a testimonianze come questa, si è riusciti ad ottenere tale sentenza, che potrebbe aprire le porte per ulteriori richieste di risarcimento. Di fatto è stato confermato che i turni di notte, possono avere effetti nocivi sulla salute dei lavoratori, i quali alterano il proprio ciclo sonno/veglia, sottoponendo l’organismo a condizioni di stress intenso che possono indurre variazione delle funzioni biologiche e produrre effetti negativi sia a breve che a lungo termine.
Non a caso, uno degli obblighi che ha il datore di lavoro, è quello di valutare il rischio per i lavori notturni e verificare lo stato di salute dei lavoratori che li svolgono, affiancando la propria valutazione con quella del medico del lavoro e con la sorveglianza sanitaria. Tali obblighi sono previsti dal Decreto Legislativo 66/2003 che, se violati, sono punibili con sanzioni penali e pecuniarie – pur considerando che non c’è nulla che possa risarcire la salute persa da chi lavorando.