Lo ha deciso il tribunale collegiale di Messina presieduto dalla dottoressa Adriana Sciglio.
I tre sono stati considerati colpevoli di truffa ai danni dello Stato per aver impiantato protesi mammarie evitando la clinica privata e appesantendo i conti dello Stato.
Secondo l’accusa diagnosticavano falsi tumori o la necessità di sostituire protesi mammarie già impiantate. A preoccupare gli inquirenti era stata la facilità con la quale procedevano a fare interventi demolitori, per poi rifare il seno alle signore, con criteri di chirurgia estetica. Interventi che spesso non davano il risultato sperato e bisognava anche ripetere.
Ora dovranno risarcire sia l’azienda Policlinico universitario, rappresentata dall’avvocato Carmelo Scillia, che l’unica paziente presente in giudizio, difesa dall’avvocato Luigi Giacobbe, da liquidare in separata sede.
I tre medici nel giugno del 2016, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Tiziana Leanza, finirono agli arresti domiciliari. Il pm aveva chiesto la condanna a quattro anni.
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