Certi che la diagnosi e la prescrizione terapeutica è di pertinenza medica.
La valutazione dei bisogni assistenziali invece è di competenza Infermieristica, infatti, il D.M 739/1994 (profilo professionale dell’infermiere) all’Art. 1 comma 3, paragrafo B , così recita: “identifica i bisogni di assistenza Infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obbiettivi;
Al paragrafo C) ” pianifica, gestisce e valuta l’ intervento assistenziale,
Al paragrafo f) per l’esperimento delle sue funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto.
Pertanto è lecito chiedersi perché non sia un infermiere a valutare i bisogni assistenziali?
Garantire la presa in carico completa della persona.
Lo prevede un passaggio del decreto legislativo sulla disabilità approvato in via definitiva dal consiglio dei ministri la scorsa settimana. All’interno nuovi principi di valutazione multidimensionale delle invalidità, procedure per garantire i diritti e la piena partecipazione al progetto di vita, garantire una presa in carico completa della persona, dal punto di vista sanitario, socio sanitario e sociale.
La trasformazione delle politiche sull’invalidità e sulla disabilità ha raggiunto un punto di svolta cruciale con l’approvazione del Decreto legislativo sulla Disabilità n.77, emanato dal Consiglio dei Ministri il 15 aprile 2024 su proposta del Ministro per le Disabilità. Questa nuova normativa introduce importanti modifiche nei criteri di valutazione medico-legale dell’invalidità civile, aprendo la strada a nuove prospettive nell’ambito previdenziale e assistenziale.
Nuovi criteri valutativi
Tra le innovazioni più significative vi è il progressivo superamento delle obsolete tabelle di valutazione, DM 05/02/1992, le quali si basavano su una valutazione della residua capacità lavorativa. Queste tabelle saranno sostituite da nuovi parametri di valutazione che considerano una gamma multidimensionale di fattori legati alla sfera interpersonale, inclusi aspetti sociali, relazionali e della vita quotidiana, utilizzando inoltre terminologie più attuali e inclusive.
Ad esempio, vengono abbandonati termini come “handicap” o “portatore di handicap”, sostituiti dall’espressione “persona con disabilità”. Concetti come “connotazione di gravità” o “situazione di gravità” sono ora definiti come “necessità di sostegno elevato o molto elevato”.
La nuova condizione di disabiliità
Il Decreto introduce anche nuove definizioni, come quella di “condizione di disabilità”, che comprende una vasta gamma di compromissioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali, prendendo in considerazione standard internazionali come la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF) dell’OMS e la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD).
Un aspetto chiave della riforma è l’adozione del questionario WHODAS (Who Disability Assessment Schedule), basato su ICF, che consente una valutazione più accurata della salute e della condizione di disabilità, considerando la gravità dei sintomi e le relative necessità di sostegno.
In una prima fase, è previsto un meccanismo di valutazione misto, il cui funzionamento non è ancora del tutto chiaro. Il processo di cambiamento sarà graduale, con sperimentazioni programmate per il 2024 e l’entrata in vigore prevista entro il 2026.
Il procedimento
Per quanto riguarda gli aspetti operativi, il procedimento di valutazione viene avviato su richiesta dell’interessato, tramite la trasmissione telematica del certificato medico introduttivo, a cura del medico di base. Durante la visita medica, viene compilato il questionario WHODAS e la valutazione si svolge idealmente in un’unica sessione collegiale, con possibilità di richiesta di integrazioni e approfondimenti da parte della Commissione.
Una volta riconosciuta la condizione di disabilità, viene rilasciato un certificato che individua le necessità e l’intensità dei sostegni, con validità o non validità indicata nel tempo a seconda della situazione valutata. Il procedimento dovrebbe concludersi entro tempi definiti e al massimo entro novanta giorni dalla presentazione della domanda, con termini più brevi previsti per i malati oncologici e i minori.
In conclusione, la riforma dell’invalidità e della disabilità rappresenta un cambiamento storico. L’INPS dovrà sviluppare procedure e modalità applicative che sostituiscano o integrino, almeno inizialmente, un sistema di trasmissione telematica delle invalidità già consolidato nel tempo, garantendo una tracciabilità chiara del percorso e degli interlocutori delle varie fasi di lavorazione
Gli Infermieri Italiani si chiedono se non sia giunto il momento di inserire a pieno titolo gli infermieri nelle commissioni mediche affinché possano apportare la loro professionalita a tutela di tutti i cittadini Italiani.
Redazione NurseNew.eu