Il Tribunale ha ordinato all’AsFo l’immediata consegna del documento e il pagamento delle spese per la procedura di ingiunzione
Il rinnovo della patente di guida si è trasformato in un incubo per un professionista pordenonese che, affetto da patologia diabetica, lo scorso 19 luglio si è sottoposto alla visita davanti alla Commissione medica patenti di Pordenone chiamata ad esprimersi sul giudizio di idoneità fisica alla guida di autoveicoli.
Non è ancora riuscito a ritirare il verdetto dei medici. «Non mi rispondono né al telefono né alle email – spiega -. Sono stato costretto a rivolgermi al Tribunale». Il giudice Lucia Dall’Armellina ha accolto il suo ricorso e ha emesso un decreto ingiuntivo che intima all’AsFo l’immediata consegna del documento e ingiunge all’ente pubblico di pagare le spese per la procedura di ingiunzione che, tra una voce e l’altra, nell’atto di precetto sono quantificate in 2.767 euro.
LA VICENDA
Il professionista si è impuntato dopo aver inutilmente tentato un contatto con la Commissione medica. «La Pubblica amministrazione – protesta – ha dimostrato come sia possibile calpestare i diritti fondamentali dei cittadini creando anche un muro di gomma attraverso il silenzio doloso dei propri uffici che non riscontrano le legittime istanze degli utenti.
La mancata consegna della relazione della visita medica è dipesa esclusivamente dall’importante ritardo della Commissione medica patenti». Il documento di guida è scaduto dal 13 giugno.
«Mi sono mosso ad aprile per fissare un appuntamento – osserva il ricorrente – Nonostante fossero indicati giorni e orari in cui era possibile prenotare la visita, non rispondeva mai nessuno. Ho inviato una mail il 30 aprile, nessuna risposta. Ho scritto nuovamente il 6 maggio». Due giorni dopo gli hanno fissato l’appuntamento per il 19 luglio alle 10.10. «Dopo due solleciti – prosegue – mi hanno rilasciato un permesso provvisorio valido fino al 19 luglio». Il giorno in cui era prevista la visita si è presentato alle 9.45 con tutti i documenti.
«Avevo il ticket di chiamata B42 – racconta – Sono entrato nell’ambulatorio alle 12 e ho terminato la visita alle 12.30. Prassi vuole che poi devi attendere nella sala d’aspetto la consegna dell’esito della visita. Io avevo fissato un appuntamento di lavoro alle 12.30, dovevo tornare in studio perché i clienti mi stavano aspettando. Non potevo attendere, così mi sono allontanato pensando che sarebbe bastato tornare l’indomani mattina e ritirare le mie carte».
L’INGHIPPO
Nel pomeriggio ha telefonato per chiedere informazioni, ma evidentemente in segreteria, essendo venerdì pomeriggio, non c’era nessuno. Ha ritentato lunedì mattina. Nessuna risposta. A quel punto ha deciso di presentarsi di persona. «Alla reception della Cittadella della salute – continua il professionista pordenonese – non mi hanno fatto accedere perché non avevo un appuntamento. A quel punto ho inviato una mail certificata all’AsFo chiedendo il documento.
Nessuno mi ha risposto. Io sono senza patente di guida e non so nemmeno se sono idoneo o devo consegnare ulteriori certificazioni. Io non mi sono lamentato per aver aspettato dalle 10.10 alle 12 prima di essere visitato, ma credo di avere il diritto di ottenere la certificazione che mi riguarda, anche per le vie brevi o fissando un nuovo appuntamento. Invece ho dovuto rivolgermi a un giudice per l’inefficienza della pubblica amministrazione».
Il professionista minaccia anche un esposto alla Corte dei conti: «Per non aver risposto alla mia mail, l’AsFo deve pagare 2.700 euro. Non è giusto che sia il cittadino a pagare».
Redazione NurseNews.Eu
Il Gazzettino.it