Roma, 6 settembre 2024 – Lo scorso 8 agosto il Ministero della Salute ha emanato un decreto, attualmente in attesa dell’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, che inserisce nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN) la nuova figura dell’“assistente infermiere”, facendo seguito alla proposta di legge promossa dal Senatore Massimiliano Romeo; questo disegno di legge, all’art 14, vede proprio l’introduzione di questa figura.
Critica la posizione di Confintesa Sanità, che considera questa figura una sorta di ibrido tra quelle dell’infermiere e dell’OSS, non necessaria e non funzionale alla soluzione delle problematiche che attanagliano la sanità pubblica.
“Ancora una volta – afferma il Vice Segretario Nazionale Alessio Minadeo – la politica dimostra di non conoscere la realtà che i lavoratori vivono quotidianamente nei presidi ospedalieri, una realtà fatta di sovraccarichi lavorativi, costante aumento delle responsabilità professionali, unita ad un mancato adeguamento della retribuzione alla media europea e alla crescente richiesta di innalzamento degli standard assistenziali e formativi, fatta di cronica carenza di personale sanitario e socio sanitario”.
Una realtà, quella descritta da Confintesa Sanità, che sta portando molti professionisti a dare le proprie dimissioni per cambiare lavoro o per trasferirsi all’estero, e che sta portando ad un crollo nelle domande di iscrizione ai corsi di laurea per infermiere.
“Invece di rendere più attrattive le professioni sanitarie e riqualificare un SSN allo sbaraglio – prosegue Minadeo – con congrui aumenti salariali, nuove assunzioni ed investimenti nella formazione, le istituzioni, per accontentare qualche sigla sindacale, ordine professionale o governo regionale, hanno ben pensato di fare un salto indietro creando ancora più confusione nelle competenze di un personale già esausto, giocando al ribasso con la creazione di una figura che farà sicuramente comodo al mondo sommerso della sanità privata e ai suoi bilanci, ma che non scalfirà le criticità della sanità pubblica, anzi creerà ancora più divisione e malcontento tra i lavoratori del comparto”.
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