Il presidente nazionale Cnai Walter De Caro, (Consociazione Nazionale Associazioni Infermiere/i), ha inviato alle istituzioni una lettera, chiedendo di sospendere immediatamente il percorso di approvazione della nuova figura professionale,l’assistente infermiere.
Illustrissime Istituzioni,
si esprime profonda preoccupazione riguardo la proposta di introdurre la figura dell’assistente infermiere di cui ai provvedimenti in oggetto. Pur comprendendo l’urgenza di affrontare la carenza di personale sanitario, si ritiene che questa proposta, nella sua forma attuale, rischi di rivelarsi un rimedio peggiore del male, con gravi conseguenze per la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti.
Si è consapevoli delle difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando: carichi di lavoro insostenibili in particolare per il personale infermieristico, carenze di personale a tutti i livelli e difficoltà nel garantire tempi e modalità di assistenza e cura adeguati.
L’esperienza internazionale e gli studi scientifici, tuttavia, dimostrano inequivocabilmente che la qualità dell’assistenza e la riduzione della mortalità è strettamente correlata alla presenza di infermieri (laureati) e con una solida formazione, e non con la creazione di figure “a bassa preparazione” e “a basso costo” che li sostituiscano.
Livelli più elevati di personale infermieristico (laureato) sono associati, ad esempio, alla riduzione delle infezioni, delle lesioni da pressione, del dolore, della disidratazione, dei meccanismi di contenzione e con un miglioramento dell’indipendenza nell’attività quotidiana. Tutte attività tipiche delle aree in cui si vogliono inserire gli assistenti infermieri. Esiste anche una relazione tra livelli più elevati di personale infermieristico nelle case di cura e riduzione dell’invio al pronto soccorso o ricorso alla riospedalizzazione.
Anche sulla base di questi dati si è convinti che la creazione di una figura professionale “ibrida”, con una formazione accelerata e con capacità apprese necessariamente limitate, non possa rappresentare una soluzione efficace, tra l’altro senza determinarne progettualmente i livelli e lo skill-mix tra il personale.
Introdurre l’assistente infermiere in questa modalità palesa fin d’ora potenziali contenziosi legali nella gestione delle attività cliniche, senza risolvere il problema del demansionamento. Allo stesso tempo, senza mutare granché rispetto al precedente oss fc, assume una “denominazione” che ingenera confusione,presenta una formazione potenzialmente ambigua e non sufficiente. E con i continui rimandi alla responsabilità, alla collaborazione e alla supervisione è fin d’ora evidente il rischio di aumento del contenzioso sanitario. E in ultima analisi potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.
Non da ultimo appare possibile con questo testo una procedura di infrazione UE rispetto alla violazione della Direttiva 2013/55/UE e varianti, in tema di violazione dei requisiti minimi per la professione infermieristica.
Invece di creare una nuova figura professionale, che di fatto è una scorciatoia – tra l’altro non elimina le disparità regionali e le problematiche connesse al demansionamento – si propone, attraverso una reale analisi dei bisogni dei cittadini e delle strutture sanitarie, di investire in modo deciso e lungimirante sul potenziamento del personale di supporto e su un percorso del personale oss, meglio strutturato e professionalizzante verso l’area assistenziale, consci delle lezioni apprese anche durante la pandemia.Il tutto unito a un chiaro rinnovato riconoscimento contrattuale e a migliori condizioni lavorative, fornendo così un supporto ancora più qualificato agli infermieri e contribuendo a migliorare la qualità dell’assistenza, senza tuttavia inserire i numerosi aspetti di confusività presenti, oltre che di erosione e diluzione della funzione infermieristica.
Contestualmente, è fondamentale dare una visione complessiva della professione infermieristica che al momento manca. E’ necessario mutare i limiti dell’esercizio professionale degli infermieri, investire – finanziando – anche nella competenze specialistiche e alle competenze avanzate, con prescrizione, da conseguire attraverso un nuovo percorso di formazione post-base.
Al contempo è necessario incentivare, al fine di attrarre e trattenere, l’iscrizione ai corsi di laurea, con idonei benefit per gli studenti, come avviene in altri Stati, oltre che garantire a tutti gli infermieri condizioni di lavoro incentivanti e retributive al meglio adeguate al livello di professionalità e in linea con i parametri europei.
Siamo convinti che la strada da percorrere sia quella di un sistema sanitario basato su professionalità solide e competenze ben definite. Solo così potremo garantire ai cittadini l’assistenza di alta qualità che meritano. Vi invitiamo pertanto a riconsiderare ed effettuare una sospensione sulle proposte in esame, con particolare riferimento all’istituzione dell’assistente infermiere.
Appare necessario intraprendere un confronto costruttivo con tutte le parti coinvolte, con le associazioni e società professionali infermieristiche, sindacati e altri stakeholders per sviluppare un programma completo che affronti efficacemente la situazione della carenza infermieristica e del personale di supporto, oltre che dei limiti inferiori e superiori dell’agire professionale infermieristico.
Si ritiene utile evidenziare che la maggioranza delle organizzazioni sindacali si sono espresse in forma non favorevole, evidenziando numerose criticità a tali proposte. Tra queste: CGIL, CONFINTESA, ANDPROSAN – associata COSMED, FIALS, FSI-USAE, MIGEP e SHC OSS, NURSING UP, UIL. A queste si aggiungono anche le maggiori associazioni/società scientifiche e, dal polso della situazione, buona parte della comunità infermieristica e degli operatori sanitari, a tutti i livelli.Fiduciosi nel quotidiano operare delle Istituzioni, si è pronti a collaborare per garantire una forza lavoro infermieristica sostenibile e robusta per il futuro ed individuare soluzioni efficaci e sostenibili per la carenza di personale infermieristico e di supporto, valorizzando le professionalità esistenti e investendo nella formazione e nel futuro del sistema sanitario.