Di Alfio Stiro, l’art. Articolo 49 del codice deontologico infermieristico recita:
“L’infermiere, nell’interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale”.Tralatro ricordiamo alla asl di Napoli che ,oltre al profilo professionale, al codice deontologico e a numerose sentenze di cassazione passate che sottolineano l’intellettualità professionale dell’infermierie,proprio di recente il Tribunale di Cagliari si è espresso riguardo il demansionamento di un gruppo di infermieri nei seguenti termini:
“L’utilizzazione dell’infermiere factotum ha, quindi, determinato, per effetto della sistematica confusione dei ruoli professionali, un gravissimo danno all’identità professionale sul luogo di lavoro e all’immagine: è di elementare evidenza, infatti, come la figura del “tuttofare” si ponga agli antipodi rispetto a quella propria del profilo professionale cui appartengono gli infermieri, così come è parimenti palese, secondo l’id quod plerumque accidit, che l’impossibilità di realizzarsi nel lavoro costituisca fonte di stress e frustrazione per ciascuno di essi, costretti da anni a subire una condotta datoriale illegittima e illegale nel senso anzidetto.”
Secondo il Tribunale, che nello stesso senso si è espresso anche nel corso di alcuni procedimenti cautelari aventi lo stesso oggetto, il demansionamento e la dequalificazione determinano una vera e propria “mortificazione” del lavoratore, lesiva della sua dignità e immagine personale e professionale (l’immagine del lavoratore nell’ambiente di lavoro è strettamente legata, infatti, a quel che il lavoratore fa).
La mortificazione professionale, oltre a provocare un’intuibile sofferenza interiore, peraltro reiteratamente denunciata dagli infermieri, è la causa anche di una mancata autorealizzazione (la sfera dell’essere si congiunge immancabilmente con quella del fare) e incide sulla dignità personale dei lavoratori.
La parola “eccezionalmente”( Ricordiamo che l’eccezionalita è un evento imprevedibile )viene trasformata in ordinario, e come per magia gli infermieri si ritrovano a rivestire il ruolo di “tappabuchi” della sanità italiana. Quando l’infermiere ,a causa delle carenze croniche di personale , si sostituisce all’OSS, non è vero che fa “il bene del paziente” perchè l’assistenza erogata sarà di pessima qualità .
I cittadini hanno diritto ad avere una buona assistenza sanitaria,e Per averla deve esserci il giusto numero di personale infermieristico e di supporto, contrariamente, rifiutarsi diventa un diritto e un dovere dell’infermiere.
Nurse 4.0
Immagine di nurse time
Sono da denundiare chi ha firmato questa lettera