Dopo la sospensione delle trattative e la mancata firma per il rinnovo del contratto, il capo dell’Agenzia esprime il suo disappunto e chiarisce le conseguenze di questo blocco. Riguardo ai tempi, avverte: “C’è un concreto rischio di dover riprendere la discussione solo dopo l’estate. Anche l’inizio delle trattative per il rinnovo del contratto dei medici è a rischio.”
“Sono profondamente deluso sia per tutto il lavoro fatto in questi mesi sia per alcuni atteggiamenti e situazioni che si sono verificate”. Non nasconde il suo rammarico il Presidente dell’Aran, Antonio Naddeo per il mancato accordo sul rinnovo del contratto 2022-2024 del Comparto Sanità. E in quest’intervista a Quotidiano Sanità racconta passo passo la giornata di ieri in cui dice: “ci siamo trovati di fronte ad atteggiamenti diciamo irrituali”.
In particolare, chiarisce cosa comporta la ‘non firma’ sul contratto, evidenziando che gli aumenti rimangono congelati e tutte le nuove normative restano bloccate.
Presidente, cosa è successo ieri?
Beh, è più semplice dirle cosa non è successo. A parte le battute, quando mi sono seduto al tavolo della riunione al mattino, avevo la sensazione che non saremmo arrivati alla firma, poiché notavo diverse richieste di aumento che non lasciavano presagire un accordo. Tuttavia, durante la riunione, è stata diffusa una nota del sindacato Nursing Up, che conta circa il 7% di rappresentatività, elencando alcuni punti imprescindibili per la firma. È sufficiente confrontare quel comunicato con il testo del contratto che Aran ha presentato ai sindacati ieri mattina per constatare che tutte le richieste erano già state accolte prima della pausa pranzo. Quindi, dopo la pausa, pensavo che ci fosse la possibilità di arrivare alla firma.
invece…
Alla ripresa del tavolo di trattativa invece Nursing Up, dato che già sapevo che Cgil e Uil non avrebbero firmato, ha dichiarato la sua volontà di non firmare. Non lo so, qualcosa è andato storto al tavolo del ristorante, è pur sempre legittimo cambiare idea per un cattivo piatto di pasta o forse c’è stata qualche telefonata dell’ultimo minuto. Chissà, resta il fatto che sono profondamente deluso sia per tutto il lavoro fatto in questi mesi sia per alcuni atteggiamenti e situazioni che si sono verificate.
Cioè?
Non voglio entrare nei particolari ma ci siamo trovati di fronte ad atteggiamenti diciamo irrituali per alcuni sindacati che hanno sempre svolto correttamente il loro ruolo di rappresentanza dei lavoratori e di mediazione, addirittura al tifo da stadio al momento che si era capito che non si sarebbe firmato. A me è sembrato di cattivo gusto. È assurdo esultare se non si raggiunge un accordo. Secondo me hanno perso tutti, in primis i lavoratori.
I sindacati che non hanno firmato hanno messo come primo motivo le poche risorse…
Come sa i fondi non li decide l’Aran, ma il Governo. Penso in ogni caso che non si tratti di pochi soldi (1,9 miliardi per questo contratto e altri 1,9 per il 2025-2027), ma a prescindere da questo con la ‘non firma’ gli aumenti rimangono congelati e i lavoratori dovranno aspettare ancora.
Cosa comporta la mancata intesa?
Parto proprio dalle risorse. Do ragione al presidente del Nursing Up che parlare di aumento medio di 172 euro al mese può voler dire poco. E allora faccio qualche esempio. Un infermiere di Pronto soccorso a decorrere da gennaio 2024, avrebbe avuto un incremento di stipendio di 150 euro, e di indennità di 240 euro al mese, che sarebbero saliti a 305 euro dal 2025 per arrivare a circa 360 euro nel 2026. Cioè 510 euro a regime. Poi era previsto un aumento di 35 euro delle indennità per le ostetriche nel 2024 che diventano 40 nel 2025. E poi a tutti i professionisti della salute nel 2026 venivano riconosciuti ulteriori 58 euro. Potrei continuare ancora, ma già questi numeri rendono l’idea e consentono ai lavoratori di giudicare meglio.
Questo per quanto riguarda i soldi, ma invece per la parte normativa?
Sul tema caldo delle aggressioni avevamo previsto il patrocinio legale gratuito in caso di violenza e l’assistenza psicologica a carico delle aziende in caso di aggressioni. Oggi, per esempio, se c’è un’aggressione l’azienda non è tenuta a niente. Avevamo previsto poi la possibilità di esonerare da turni e pronta disponibilità il personale oltre i 60 anni. Oggi vale solo per chi ha più di 62 anni e solo per la pronta disponibilità. Per gli amministrativi poi era stato previsto il diritto al buono pasto per lo smart working e la possibilità della settimana corta.
C’è stata molta polemica anche sull’accesso all’area ad elevata qualificazione…
I contratti sono sempre frutto di una mediazione. Per andare incontro alle richieste sindacali avevamo messo che si poteva accedere all’area con la laurea triennale e 7 anni di esperienza. A mio avviso un grande passo avanti, ma qualcuno non lo ha ritenuto sufficiente. Ovviamente ora rimane la laurea magistrale o specialistica.
E sull’assistente infermiere?
Dopo il via libera da parte del Governo e delle Regioni all’introduzione di questa nuova figura era doveroso inserirlo.
Bene ora però che succede. Che tempi ci sono?
Forse bisognerebbe chiederlo pure a chi non ha firmato. Ma è ovvio che ora il clima è teso e alle porte ci sono anche le elezioni delle Rsu. C’è il serio rischio di tornare a parlarne dopo l’estate. Il che tradotto vorrebbe dire che gli aumenti arriverebbero tra oltre un anno perché dopo la firma della preintesa il testo deve passare per tutti gli Organi di controllo, poi dev’essere firmato definitivamente ed entrare in vigore.
Questo ritardo potrà incidere sugli altri rinnovi contrattuali? Penso a quello della Dirigenza medica e sanitaria
Se il Comitato di Settore emana l’Atto d’indirizzo come Aran dobbiamo aprire le trattative. Certo se guardiamo al passato, solitamente si attende la chiusura del Comparto prima di passare alla Dirigenza.
Redazione NurseNews.eu
Fonte Quotidiano Sanità.it